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Stipendio dei ministri, stop di Crosetto all’inferno di polemiche: abbiamo chiesto di ritirarlo

La seduta della commissione Bilancio della Camera, con le discussioni e le votazioni degli emendamenti, si protrae tra interruzioni e riprese fino a notte fonda: lo scontro frontale però non ha pause o sospensioni di sorta. L’opposizione, del resto, ha scientemente deciso di scatenare l’inferno in vista dell’approdo in Aula atteso per domani, con Pd e M5S sulle barricate, che hanno presentato emendamenti provocatori per rilanciare il dibattito. E alla fine, il quadro che si delinea è quello per cui l’emendamento presentato nella Manovra che prevedeva l’aumento dello stipendio per i ministri non parlamentari verrà probabilmente ritirato dopo la richiesta avanzata dal ministro Guido Crosetto.

Manovra, Crosetto: «Chiesto il ritiro dell’emendamento sullo stipendio dei ministri»

È il titolare della Difesa, infatti, che anticipa l’intenzione di ritirare la proposta pur difendendola nel merito, ma per «evitare inutili polemiche». E la spiegazione del tutto arriva da un post su X in cui Crosetto, sul nodo della equiparazione del trattamento economico dei ministri non parlamentari a quello dei colleghi eletti, spiega e commenta: «È assurdo lasciare anche solo un secondo di più di spazio alle polemiche sull’emendamento che parificava tutti i Ministri e sottosegretari non parlamentari, ai deputati, riconoscendo i rimborsi spese. È così da oltre due anni e continuerà così fino a fine legislatura. La cosa è giusta? Non penso, perché non ha particolare senso che il ministro degli Interni o della Difesa debbano avere un trattamento diverso rispetto ad un loro sottosegretario. Ma non è mai importato finora, né a me, né ai miei colleghi. Per questo motivo abbiamo chiesto ai relatori di ritirarlo ed evitare inutili polemiche».

Concludendo: «Quello che non sarebbe comprensibile per nessuna altra professione, e cioè che due persone che fanno lo stesso lavoro, nella stessa organizzazione, abbiano trattamenti diversi, per chi fa politica deve essere messo in conto»…

Le opposizioni scatenano l’inferno di provocazioni e cavilli

Dunque, fonti di maggioranza confermano all’agenzia Ansa che si va verso il ritiro dell’emendamento. E mentre la Legge di bilancio dovrebbe arrivare alla discussione dell’aula mercoledì 18 dalle 14, con votazioni non prima delle 17 – opposizioni “permettendo”, visto che hanno impedito la definizione di un cronoprogramma chiaro, sollevando eccezioni e cavilli. E in pratica il governo potrebbe porre la questione di fiducia di modo che possa essere approvata entro venerdì e al Senato la settimana successiva – il dibattito tiene banco.

Strumentale attacco del M5S a Valditara: la replica del ministro

A partire dall’attacco del M5S indirizzato in particolare al ministro Valditara sul fatidico emendamento, a cui il titolare dell’Istruzione ha replicato con fermezza sul punto: «Gli esponenti M5S in commissione Cultura della Camera dimostrano di non avere il senso della vergogna. Ho già annunciato pubblicamente che non intendo percepire i bonus, a cui peraltro loro invece hanno diritto. Le loro dichiarazioni fanno sorgere il sospetto che più che scarsa informazione o banale demagogia vi sia malafede».

Demagogia sventolata ad arte da Pd e M5S: la replica del ministro Ciriani

E di demagogia sventolata ad arte ha parlato anche, non a caso, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Il quale, replicando a sua volta con nettezza alle provocatorie proposte di Pd e M5S – con i dem che hanno uno stanziamento di 5,5 miliardi aggiuntivi per la sanità, mentre i pentastellati hanno suggerito un salario minimo di 9 euro l’ora per i ministri non parlamentari: entrambe bocciate – ha rimarcato sul punto: «La sinistra ha presentato emendamenti per fare la sua solita demagogia». Sottolineando inoltre: «Stanno cercando di rallentare i lavori, ma non è una sorpresa».

Romano (Nm): emendamento sullo stipendio dei ministri? «Perché dovremmo ritirarlo?»

Già: confusione e demagogia che scatenano il caos. E su cui, a margine dei lavori della Commissione Bilancio della Camera, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se dopo l’intervento del ministro Crosetto i relatori stessero pensando di ritirare l’emendamento, è intervenuto Francesco Saverio Romano, deputato di Noi Moderati e relatore della manovra. Il quale, tenendo il punto, ha rilanciato: «Perché dovremmo ritirarlo? Se c’è un ministro che non vuole prendere soldi ci rinuncia: è semplice. La legge è erga omnes, non è fatta per questo o quel ministro». Del resto, aggiunge anche, «tutti i consigli regionali hanno questa legge. Trovatemi un consiglio regionale che non abbia equiparato gli assessori esterni ai consiglieri. E trovatemi un assessore che rinuncia alla sua attività professionale»…

 

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