Chi era il generale Kirillov: dalla missione covid in Italia alla fabbrica delle armi chimiche
I servizi segreti ucraini (SBU) hanno ufficialmente confermato di essere i mandanti dell’uccisione del generale russo Igor Kirillov. Il militare, 54 anni, è morto in seguito all’esplosione di un ordigno piazzato in un monopattino elettrico nel quartiere sud-est di Mosca, in Rjazanskij Prospekt. Insieme a lui è deceduto anche un suo collaboratore. La notizia ha suscitato grande clamore internazionale, data la figura controversa di Kirillov e il suo ruolo nelle Forze Armate russe.
Chi era Igor Kirillov?
Nato il 13 luglio 1970 a Kostroma, una città situata nella Russia occidentale, Kirillov aveva intrapreso una carriera militare di successo. Frequentò la Scuola di Difesa Chimica del Comando militare superiore, dove si distinse per le sue capacità. Tra il 1991 e il 1995, prestò servizio come comandante di plotone nel Gruppo di Forze Occidentali in Germania e successivamente nel distretto militare di Mosca. Dopo aver conseguito una laurea nel 2007, Kirillov ricoprì vari incarichi nelle forze di difesa nucleare, biologica e chimica della Russia, arrivando a guidarle nel 2017.
Un capo militare e propagandista del Cremlino
Kirillov non era solo un militare di alto rango, ma anche un portavoce di spicco della propaganda russa. Il generale interveniva frequentemente alla Duma e sui media nazionali per promuovere le posizioni ufficiali del Cremlino. Tra le sue dichiarazioni più famose vi sono quelle relative ai presunti laboratori di armi biologiche statunitensi in Ucraina, accusando gli USA di sviluppare “bombe sporche”. Nel marzo 2022 presentò documenti falsificati che, a suo dire, provavano queste attività. Le affermazioni furono smentite da esperti indipendenti, ma contribuirono ad alimentare la disinformazione.
Non mancarono accuse ancora più bizzarre. Nel giugno 2022, Kirillov sostenne che gli Stati Uniti stessero progettando di diffondere virus letali attraverso zanzare geneticamente modificate, trasportate in Russia con droni. Tali dichiarazioni furono ampiamente derise dalla comunità internazionale, ma rimasero un elemento centrale della retorica anti-occidentale del Cremlino.
Le accuse di crimini di guerra
Il generale era inoltre accusato di aver utilizzato armi chimiche proibite durante la guerra in Ucraina. Secondo l’SBU, Kirillov è stato responsabile del “uso massiccio” di munizioni chimiche sui fronti orientale e meridionale del Paese invaso. Le autorità ucraine hanno denunciato oltre 4.800 casi di impiego di armi chimiche da parte delle forze russe dall’inizio del conflitto, nel febbraio 2022. Tra queste armi figurava anche la cloropicrina, un agente tossico soffocante vietato dalle convenzioni internazionali.
Alla vigilia della sua uccisione, Kirillov era stato citato in contumacia in un processo penale ucraino per crimini di guerra. La sua figura rappresentava un simbolo delle violazioni dei diritti umani attribuite alle forze armate russe.
Il contributo allo sviluppo del TOS-2 Tosochka
Kirillov è stato anche una figura chiave nello sviluppo del sistema lanciafiamme pesante TOS-2 Tosochka, un’arma altamente controversa. Il governo britannico lo aveva sanzionato per aver “aiutato a dispiegare queste armi barbariche” e per il suo ruolo come “importante portavoce della disinformazione del Cremlino”. Il TOS-2 Tosochka era stato spesso utilizzato nei teatri di guerra, contribuendo ad aggravare le sofferenze delle popolazioni civili.
Un legame con l’Italia durante la pandemia
Nonostante il suo profilo controverso, Kirillov ebbe anche un ruolo nella gestione della pandemia di Covid-19. Nel marzo 2020, durante i tragici giorni iniziali dell’emergenza sanitaria, fu incaricato di supervisionare l’invio di aiuti e medici russi a Bergamo, nell’ambito della missione denominata “Dalla Russia con amore”. Questa operazione sollevò diverse critiche in Italia e all’estero, con accuse di secondi fini geopolitici. La delegazione russa era guidata sul campo dal vice di Kirillov, Sergei Kikot.
La dinamica dell’attentato
Secondo fonti ufficiali russe, il generale Kirillov è stato ucciso da un ordigno esplosivo nascosto in un monopattino elettrico, parcheggiato vicino all’edificio in cui viveva. L’esplosione è avvenuta mentre il generale stava uscendo di casa, causando anche la morte di un suo collaboratore. L’attentato è stato rivendicato dai servizi segreti ucraini, che hanno definito l’operazione una risposta alle sue responsabilità nei crimini commessi contro l’Ucraina.
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