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“Cinquantun giorni”, Andrea Moro ospite alla Delfino di Pavia 

PAVIA. Un romanzo ispirato: filosofico, realistico, ironico, metaforico. Cinquantun giorni (La Nave di Teseo) rivela indiscutibilmente la firma di Andrea Moro – linguista, neuroscienziato e docente alla Scuola Superiore Iuss di Pavia – che per la seconda volta percorre la strada del romanzo. Oggi, mercoledì 18 alle 18, Moro sarà alla libreria Delfino Ubik di piazza Cavagneria e dialogherà con Andrea Grisi.

L’incontro offre l’occasione di immergersi in un’opera unica, che intreccia la profondità del linguaggio di cui Moro è fine studioso con un’analisi delicata e intensa della psiche umana.

L’autore, con il suo inconfondibile stile, guida i lettori attraverso un viaggio narrativo ricco di emozioni e riflessioni, esplorando i legami sottili tra memoria, identità ed emozioni. Andrea Moro, che è anche un grande affabulatore, è uno scrittore capace di fondere scienza e narrativa, e sa mostrare come il linguaggio possa diventare il vero protagonista di un romanzo.

La storia è ambientata nella Milano del 1978, piena di nebbia e di oscuri presagi, scossa dagli attentati del terrorismo. Anna Rérere, donna potente e fatale, ha lanciato una sfida a due compagnie teatrali rivali: mettere in scena una nuova versione dell’Iliade. Chi vincerà la contesa otterrà la gestione del più importante teatro della città, il Teatro Rosso. Pietro Raphèl e Gionata Mai sono i due attori più in vista, due volti dello stesso eroe, destinati a scontrarsi in un vertiginoso romanzo di passioni, un’avventura letteraria che ci insegue con una domanda semplice ma decisiva: siamo capaci di perdonarci? Il guanto di sfida è l’inizio di una folle corsa che ha il respiro dell’epica e che porterà i protagonisti a fare i conti con se stessi, a mettere in discussione gli affetti più cari e la loro stessa vita, fino a dimenticare il confine, divenuto sempre più labile, tra verità e finzione. Achille, Patroclo, Ettore e gli altri eroi del poema omerico escono dalla dimensione del mito per incarnarsi negli attori che li interpretano, fino a fondere i propri destini gli uni negli altri. Sarà la pazzia di un amico geniale a indicare la via e a suggerire ai personaggi una risposta che, inevitabilmente, riguarda tutti noi.

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