Putin rivendica i successi in Ucraina: “Vicini agli obiettivi. L’economia? Regge”. Messaggio a Trump: “Sono pronto a incontrarlo”
L’economia regge e gli obiettivi che la Russia si è posta in Ucraina si stanno avvicinando. Sono questi i due messaggi che Vladimir Putin ha recapitato al mondo intero durante la consueta conferenza stampa di fine anno. Il capo del Cremlino, dopo che nei giorni scorsi ha elogiato le conquiste record del suo esercito nel corso del 2024, ha dichiarato che la situazione sul campo di battaglia sta cambiando “drasticamente” e la Russia si avvicina al raggiungimento dei suoi “obiettivi prioritari“. Così apre a una distensione con gli Stati Uniti dicendo di essere pronto a incontrare Donald Trump. E risponde anche a chi, come l’Unione europea, sostiene che le finanze della Federazione, dipendenti da un’economia di guerra, inizino a non essere così positive: “L’economia russa continua ad avanzare nonostante le minacce esterne”, ha detto.
Putin: “Economia russa prima in Europa”
Altro che crisi, sostiene il presidente della Federazione russa, l’economia del suo Paese rimane al momento la prima in Europa e può quindi permettersi di supportare lo sforzo bellico che va avanti ormai da quasi tre anni. Ma questo non è un buon motivo per “adagiarsi” su questa posizione, ha precisato: “Le istituzioni finanziarie ed economiche internazionali hanno posizionato la Russia al primo posto in Europa per volume economico e al quarto posto a livello globale per parità di potere d’acquisto – ha dichiarato – Davanti a noi ci sono Cina, Stati Uniti e India. Abbiamo superato la Germania già lo scorso anno e quest’anno abbiamo lasciato il Giappone dietro di noi. Tuttavia, questo non è un indicatore per ‘addormentarci’ o adagiarci. Tutto si sta sviluppando, tutto sta procedendo attivamente”.
Non può certo negare, però, che l’inflazione sta inviando segnali preoccupanti. “Proprio ieri, mentre mi stavo preparando per l’evento di oggi, ho parlato con la presidente della Banca Centrale che mi ha detto che si aggira intorno al 9,2-9,3%”, ha detto sostenendo però che i salari sarebbero a suo dire “cresciuti del 9% in termini reali” e quindi, secondo lui, “la situazione nel complesso” sarebbe “stabile”. Putin ha inoltre dichiarato che anche le sanzioni hanno un certo impatto sull’inflazione, sebbene a suo dire “non di fondamentale importanza” perché “rendono più costosa la catena logistica”.
Distensione con l’America?
Il presidente è tornato a ribadire, come successo negli scorsi mesi, che la Russia è pronta per “negoziati” e “compromessi”, ma il governo ucraino finora si rifiuta di farlo. “La politica è l’arte del compromesso e noi abbiamo sempre detto che siamo pronti ai negoziati e ai compromessi. È solo che l’altra parte si è rifiutata di negoziare, ma noi siamo sempre pronti”. E apre poi a un incontro con Trump che a gennaio tornerà a essere presidente di quello che è il grande avversario mondiale di Mosca, non solo sullo scenario ucraino: gli Stati Uniti. “Non lo vedo da quattro anni”, ha detto dicendosi disponibile a un incontro.
Poi sfida gli Usa sui missili ipersonici
Nel corso della conferenza, Putin ha trovato anche il tempo di lanciare una sfida puramente militare agli Stati Uniti. E per farlo ha tirato in ballo la corsa allo sviluppo di nuovi e sempre più potenti missili ipersonici da parte di entrambi i Paesi. “Possono designare un obiettivo a Kiev e vedere se riescono ad abbatterlo, vorremmo veramente fare questo esperimento – ha detto il capo del Cremlino – Non ci sono possibilità di abbattere l’Oreshnik. Se gli esperti (occidentali) credono che sia possibile, propongo di fare un esperimento, un duello tecnologico. Lasciamo che loro determinino un obiettivo a Kiev, concentrino tutti i loro sistema di difesa missilistica lì e noi lanciamo l’Oreshnik. Siamo pronti per un tale esperimento e vedremo cosa accadrà. Sarà interessante per noi. Un tale duello tecnologico sarà utile sia per noi che per loro”.
Nessuna data per la riconquista del Kursk
La spina nel fianco del presidente è senza dubbio la perdita di territorio russo nel Kursk, dopo il successo dell’avanzata di Kiev. L’esercito di Mosca, supportato anche da militari della Corea del Nord, ha già iniziato le operazioni per riprendersi la regione al confine con il Paese di Zelensky, ma il capo del Cremlino non è ancora in grado di dire quando la riconquista sarà completata: “Non voglio indicare una data esatta perché in tal caso le truppe si sentirebbero costrette ad accelerare le operazioni, a rischio di perdite maggiori”, ha detto Putin per giustificare la mancata risposta. Ciò che ha voluto aggiungere per cercare di trasmettere ottimismo è che nella regione sono stati distrutti più mezzi corazzati ucraini che in qualsiasi altra zona di guerra nell’ultimo anno.
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