Manovra, per l’esame in aula (in ritardo) il governo lascia i banchi vuoti. Toccata e fuga di Giorgetti, proteste delle opposizioni
Dopo i ritardi degli ultimi giorni, giovedì mattina è iniziata alla Camera la discussione generale sulla legge di Bilancio. All’apertura dei lavori alle 8, però, in Aula non c’era un rappresentante del governo e la discussione non è potuta iniziare: i ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani sono arrivati con mezz’ora di ritardo e sono usciti dopo poco, lasciando a “presidiare” l’emiciclo la sottosegretaria al Mef Lucia Albano (FdI). Una gaffe su cui infieriscono le opposizioni: il deputato M5s Leonardo Donno denuncia l’“ennesima assoluta mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento” e chiede a nome del gruppo l’intervento del presidente della Camera, Lorenzo Fontana. “In queste settimane abbiamo assistito a una gestione pessima dei lavori sulla legge di bilancio, una confusione totale, con emendamenti che arrivavano all’ultimo minuto. Quasi certamente dovremo tornare in Commissione e l’assenza del governo di stamani è la ciliegina sulla torta”, attacca Donno. “Non è un bello spettacolo”, accusa invece Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, mentre Maria Chiara Gadda di Italia viva definisce l’apparizione dei ministri “una toccata e fuga”.
Intercettato dai cronisti in Transatlantico, Giorgetti minimizza le polemiche: “È legittimo, l’opposizione è nata per protestare. Anche io quando ero all’opposizione protestavo”, dice. L’imbarazzo però è evidente, tanto che il presidente di turno della Camera Fabio Rampelli si è sentito in dovere di giustificarsi con gli studenti e gli insegnanti in visita, che assistevano alla seduta: “L’Aula a breve si riempirà per le fasi finali della discussione e anche per probabili voti”. Come da prassi, la discussione è cominciata con gli interventi da parte dei relatori di maggioranza e opposizione. Iscritti a parlare figurano 22 deputati, praticamente tutti di opposizione: sei del Pd, cinque del M5s, quattro di Azione e due ciascuno tra Italia viva e Alleanza verdi-sinistra.gli unici rappresentanti della maggioranza che prenderanno la parola sono Carmen Letizia Giorgianni di Fratelli d’Italia e Vanessa Cattoi e Nicola Ottaviani della Lega, mentre nessun intervento è previsto dai banchi di Forza Italia. “Per la terza volta sotto il vestito non c’è nulla”, ha dichiarato il capogruppo del Pd in un’intervista alla Francesco Boccia in un’intervista alla Stampa giovedì mattina. “La prima manovra l’hanno scaricata su Draghi, dicendo che l’aveva scritta lui. Per la seconda si sono creati l’alibi del superbonus, negando l’evidenza, cioè che per due anni l’hanno prolungato loro, solo l’anno scorso lo hanno votato per le villette”. Per Boccia, “le previsioni di crescita erano totalmente sbagliate per il 2023 e il 2024 e lo saranno anche nel 2025: Giorgetti ha stimato un +1, 2%, Bankitalia e altre fonti autorevoli hanno già detto che non andremo oltre lo 0, 8%. Poi ci sono i dati sull’occupazione”.
Nel frattempo fonti di governo escludono la possibilità di un ritorno del testo in commissione, rischio paventato dalle opposizioni dopo le ultime modifiche in extremis. Per il governo non ce n’è bisogno essendo stanziati nel testo attuale cento milioni eccedenti sufficienti a “coprire” i costi degli ultimi emendamenti. Una sovracopertura che porta a due opzioni: un miglioramento dei saldi o, più probabilmente, un utilizzo in quello che si chiama “conto di controllo”, fondo da utilizzare per ulteriori interventi durante l’anno. Resta confermato per la maggioranza l’obiettivo di arrivare all’ok dell’Aula della Camera alla manovra entro la sera di venerdì 20 dicembre: la tabella di marcia, ail momento, prevede di porre la fiducia entro le 13 di giovedì, mentre domani le dichiarazioni di voto inizierebbero dalle 12. Intorno alle 18-19 dovrebbe svolgersi il Consiglio dei ministri sulla nota di variazione, mentre il voto finale dell’Aula dovrebbe arrivare intorno alle 23, senza dunque la necessità di uno slittamento a sabato mattina. La seconda lettura in Senato partirà invece lunedì 23 in commissione e l’ok definitivo di Palazzo Madama è previsto tra Natale e Capodanno.
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