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Fratelli d’Italia propone di obbligare i negozi a chiudere durante sei giorni festivi. Confimprese: “Totalmente anacronistico”

Per sei giorni all’anno si dovrà fare a meno di fare acquisti. O almeno è la proposta di Fratelli d’Italia che prevede la chiusura dei negozi durante le festività nazionali: Natale, Pasqua, Ferragosto, Primo Maggio, Capodanno e Santo Stefano. La legge è stata presentata da Silvio Giovine, membro della commissione attività produttive di Montecitorio, e dal nuovo capogruppo di FdI alla Camera, Galeazzo Bignami. Consente eccezioni per alcune attività, come bar, ristoranti, gelaterie e negozi in stazioni, aeroporti, porti, aree di servizio autostradali e sale cinematografiche, che resterebbero aperti. Tutti gli altri esercizi commerciali, invece, dovrebbero chiudere nei giorni festivi stabiliti dalla legge. Le sanzioni per chi non rispetta l’obbligo di chiusura arriverebbero fino a 12mila euro. In caso di violazioni ripetute nel corso dell’anno, è prevista la chiusura del negozio per un periodo che può variare da uno a dieci giorni.

Secondo Giovine si tratta di un provvedimento “né di destra né di sinistra, ma semplicemente di buon senso”. Il firmatario ha spiegato che “è dal 2012 che il decreto salva Italia del governo Monti ha tolto ai Comuni e alle Regioni la possibilità di decidere sulle aperture festive. La ratio del provvedimento è di incidere soprattutto sulla qualità della vita dei lavoratori, migliaia di impiegati che hanno tutto il diritto di poter trascorrere queste giornate di festa con le proprie famiglie”. Va ricordato che una proposta simile era stata già valutata nel 2019 dal governo giallo-verde, formato da M5S e Lega, che aveva preso in considerazione l’apertura a rotazione dei negozi e l’individuazione di dodici festività “super-rosse”. Tuttavia, a causa di posizioni contrastanti e delle resistenze della categoria, la proposta non ebbe seguito.

La proposta di Fratelli d’Italia è stata accompagnata da un forte dibattito. Carlo Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, ha avvertito che potrebbe favorire ulteriormente il commercio online, mentre Mario Resca, presidente di Confimprese, l’ha definita “totalmente anacronistica”, sostenendo che il ritorno alle chiusure festive sarebbe dannoso per i fatturati, i posti di lavoro e il servizio ai consumatori. Resca ha aggiunto che il lavoro durante le festività non contrasta con il diritto al riposo, che va garantito tramite turni, giorni di riposo e compensi adeguati. A essere favorevole alla proposta è il gruppo Alì supermercato, che già prevede la chiusura nei giorni di festività nazionale eccetto a ferragosto, che aveva già in precedenza dichiarato: “La decisione di chiudere i nostri punti vendita durante le feste nasce proprio per rispondere all’esigenza di chi lavora con noi di avere del tempo libero in momenti particolarmente significativi dell’anno” ha spiegato all’Agi Gianni Canella, presidente di Ali Supermercati.

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