Lo truffano e perde la memoria. Ritrovato al Circo Massimo: “So solo che tifo Roma”
Non ricordava più nulla, nemmeno il suo nome. Ma la fede quella no, impossibile da dimenticare: “So da’ Roma”. Il 73enne smemorato che è stato soccorso dagli agenti di polizia locale al Circo Massimo era uscito dalla sua casa di Primavalle venerdì scorso lasciando un biglietto di addio: “Mi tolgo di torno, non servo più a niente”. Lo aveva scritto dopo un aver subito una truffa. Aveva risposto a un sms pensando fosse la sua banca. Invece si era ritrovato con il conto svuotato dei risparmi di una vita: 18mila euro. La storia raccontata da Repubblica ricorda molto quella di Luciano, il tifoso che non ricorda più nulla dal 1980 ad oggi. Di quello che ne era accaduto ne aveva parlato coi suoi familiari, ma non era bastato per lenire lo sconforto, diventato presto straniamento. Sotto choc ha aperto la porta di casa e ha iniziato a camminare senza sosta. Per giorni i suoi parenti lo hanno cercato ovunque. Si erano rivolti anche alla trasmissione “Chi lo ha visto” senza risultati. Il punto di svolta arriva quando sulla strada dell’uomo piombano i vigili del I gruppo centro storico a poca distanza del Circo Massimo. È lui ad avvicinarli con uno sguardo. Poi con la richiesta di aiuto: “Ho freddo”. Il 73enne viene fatto accomodare dai poliziotti nella sede del comando. E risponde alla stessa maniera a tutte le domande: Come ti chiami? Non lo so. Da dove vieni? Non me lo ricordo. Hai figli? Boh. La luce si accende solo quando uno degli agenti del primo gruppo prova a smorzare la tensione, parlando d’altro: “Di che squadra sei?”. Gli occhi spenti del pensionato, all’improvviso si colorano: “So da’ Roma, vedi un po’. Sono pure andato all’inaugurazione dello Stadio Olimpico”. Grazie ai ricordi giallorossi inizia a riaffiorare la memoria. A poco a poco l’uomo prova mettere insieme i frammenti confusi della sua vita. Racconta di aver dormito alla stazione Termini. Poi inizia a fornire indizi utili per risalire alla sua identità. Gli agenti del Reparto Nae (Nucleo Assistenza Emarginati) lo ascoltano, incrociano le sue parole con le segnalazioni pervenute alla trasmissione “Chi l’ha visto?” e rintracciano la sua famiglia. Dopo poco i figli riescono a riabbracciare il padre e lo riportano a casa. La paura diventa commozione e gioia, il mistero è risolto. Quel biglietto di addio è già dimenticato.