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Le Monde svela la “doppia personalità” di Macron e i suoi commenti omofobi sull’ex premier Attal. L’Eliseo smentisce

“Siete contenti di essere in Francia. Se non fosse la Francia, sareste diecimila volte più nella merda!”. Accolto tra i fischi ieri sera a Pamandzi, una località di Mayotte, l’isola francese nell’oceano Indiano devastata dal ciclone Chido, Emmanuel Macron ad un certo punto, si è infastidito e ha perso la pazienza. Delle persone, che non hanno più neanche la bidonville in cui vivevano, gli chiedevano quando avrebbero potuto chiamare i loro cari per rassicurarli, e criticavano la gestione della crisi da parte del governo di Parigi perché da sei giorni aspettano soccorsi, acqua e cibo.

“È una fortuna che siete in Francia”, ha in pratica risposto Macron a chi, anche prima del ciclone, viveva in condizioni indegne. Altre volte il presidente francese ha avuto degli scatti contro chi gli chiedeva aiuto, o solo empatia. Spesso si ricorda di quando, nel 2018, disse ad un giovane disoccupato che bastava “attraversare la strada” per trovare lavoro. C’è chi la chiama l’arroganza delle élite francesi, che fa pensare anche agli “sdentati” (per dire “poveri”) di François Hollande. Lo rivelò la compagna tradita dell’ex presidente socialista, che non ha mai smentito. Alcune rivelazioni di Le Monde, pubblicate in una lunga inchiesta on line da ieri sera sulla personalità “doppia” di Macron, in piena crisi politica, vanno oltre.

Il quotidiano, citando fonti sue, attribuisce a Macron delle frasi razziste, omofobe e sessiste. L’Eliseo ha già smentito tutto, ma in Francia la polemica cresce. Nel 2023, parlando con l’ex ministro della Salute, Aurélien Rousseau, Macron avrebbe detto che se gli ospedali pubblici non funzionano in Francia è perché sono “pieni di Mamadou”, per dire di persone di colore. Nel 2019, in un’intervista a Valeurs Actuelles, settimanale d’estrema destra, avrebbe usato il termine spregiativo di “rabzouz”, per indicare i francesi di origini magrebine. Non finisce qui. Sempre secondo fonti di Le Monde, Macron e i suoi consiglieri avrebbero soprannominato il palazzo di Matignon, sede degli uffici del primo ministro, la “Cage aux folles”, titolo originale francese del film “Il Vizietto” (1978) di Édouard Molinaro, durante i mesi in cui (da gennaio a settembre 2024) primo ministro è stato Gabriel Attal, apertamente gay, che aveva nominato tra l’altro al ministero degli Esteri il suo ex partner, Stéphane Séjourné. Mentre le due esponenti di sinistra, Lucie Castets, che il Nuovo Fronte Popolare aveva candidato al posto di primo ministro, e la verde Marine Tondelier sarebbero delle “cocotte”. “È sorprendente che commenti di avversari politici vengano riportati come fatti”, ha reagito una fonte dell’entourage del capo dello Stato contattata da Le Figaro.

L’Eliseo, smentendo, parla di affermazioni riportate da altri “senza alcuna verifica”. A sinistra da stamattina fioccano le reazioni. Manuel Bompard, coordinatore di La France Insoumise (LFI), il partito radicale che reclama le dimissioni del presidente, ha parlato di “vergogna assoluta”. “Tali commenti razzisti – ha detto a sua volta Mathilde Panot, anche lei di LFI – sono indegni di un presidente della Repubblica”. “Ieri siamo venuti a conoscenza di commenti omofobi scioccanti su Gabriel Attal. Oggi sentiamo di commenti sessisti. Aspettiamo domani con impazienza”, ha scritto su X Marine Tondelier. Le Monde conferma tutto.

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