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Re Carlo e l’erede al trono Davide, il tattico silenzioso

NOTIZIE AS ROMA – Immaginate la scena: Real Madrid e Manchester City, le migliori squadre del mondo, si giocano la semifinale di Champions ai rigori. Valverde non se la sente di tirare, al Real manca uno che calci. Carlo Ancelotti riflette, il sopracciglio alzato, si avvicina il figlio Davide, che è anche il suo vice, e gli suggerisce di far calciare Antonio, per gli amici Toni, Rudiger. Non perché abbia piedi fatati, scrive oggi la Gazzetta dello Sport, ma perché quando il pallone pesa lui è uno “che ha le palle“.

Il difensore quel rigore lo calcia, lo segna, e Madrid festeggia. Il giorno dopo sulle prime pagine gli Ancelotti sono due: Carlo, uno degli allenatori più vincenti di sempre, e il suo erede. Davide è il figlio maschio di Carlo, lui e Katia sono i gioielli di famiglia, più di qualsiasi coppa. Ha due figli gemelli e trascorre la vita tra casa e campo. Dicono che sia meno spiritoso del papà, ma dicono pure che sia un maniaco di calcio e tattica e che dietro i successi del Real degli ultimi anni la sua mano sia evidente.

I calciatori lo adorano, Courtois una volta ha detto che sarebbe stato per ore ad ascoltarlo, suo padre gli concede ogni giorno un po’ di spazio in più. Davide lavora con lui da quando aveva 23 anni, adesso ne ha 35 e non ha mai voluto lasciare davvero il nido. Se però, come sembra, Ancelotti senior volesse davvero abbandonare la panchina di un club per lui sarebbe il momento di volare da solo. E Roma, e la Roma, sono qualcosa di più di un sogno nel cassetto.

Sarà un caso, o forse no, ma nel 2019 Davide sostituì il padre squalificato con il Napoli proprio contro la Roma. Il suo atteggiamento è quello di un uomo rispettoso ma consapevole del proprio ruolo. Davide non ama apparire, ha rilasciato pochissime interviste e in una, al Corriere della Sera, ha detto: “Ho il compito, con lo staff, di sfidare continuamente mio padre, metterlo in discussione, perché abbia sempre dei dubbi. Non siamo yes man. Poi in allenamento gli do una grande mano con l’organizzazione“. Su una cosa, Davide, non ha mai derogato: inizierà la carriera solista solo quando Carlo smetterà.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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