Il ‘business plan’ insanguinato tra Kim e Putin
Migliaia di soldati nordcoreani inviati a morire sul fronte ucraino, droni kamikaze che colpiscono le città, e un flusso incessante di armi e risorse: il patto militare tra Corea del Nord e Russia si è trasformato in un cinico business. Kim Jong-un baratta vite umane con petrolio, denaro e tecnologia, mentre le fabbriche nordcoreane lavorano giorno e notte per alimentare l’esercito russo. A suggellare questa cooperazione mortale, una provocazione simbolica che inquieta il mondo: soldati nordcoreani potrebbero marciare sulla Piazza Rossa il 9 maggio, celebrando l’80° anniversario della vittoria sovietica. Un accordo che incarna la brutalità e il cinismo di un conflitto che non accenna a fermarsi, mentre l’Ucraina continua a sanguinare.
Secondo un rapporto delle forze speciali ucraine, ai soldati nordcoreani che combattono per la Russia sono stati forniti documenti militari falsi con nomi e luoghi di nascita russi. “Questo caso conferma ancora una volta che la Russia sta ricorrendo a ogni mezzo per nascondere le perdite sul campo di battaglia e la presenza di stranieri”, ha dichiarato Zelenskijin un discorso ufficiale.
I documenti, sequestrati dopo l’uccisione di tre soldati nordcoreani nella regione di Kursk, riportavano informazioni falsificate come il luogo di nascita indicato nella Repubblica Popolare di Tuva. Tuttavia, le firme in coreano hanno smascherato la vera origine dei combattenti.
Le perdite tra i soldati nordcoreani schierati in Ucraina continuano a salire vertiginosamente. Più di 3.000 uomini sono stati uccisi o feriti nella regione di Kursk, secondo le dichiarazioni del presidente ucraino Vladimir Zelenskij, che ha citato rapporti dell’intelligence. “La brutalità del conflitto non risparmia nessuno, nemmeno coloro che combattono per conto di regimi autoritari”, ha aggiunto Zelenskij durante un incontro con i media internazionali.
Un video analizzato dai ricercatori di OSINT (Open Source Intelligence) mostra truppe nordcoreane impegnate in addestramento nella regione del Primorskij Kraj, dove un ufficiale russo le definisce “rinforzi stranieri indispensabili”.
Kcna, l’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord, ha reso noto che Kim Jong-un ha dato il via libera alla produzione su larga scala di droni kamikaze, definiti “elementi cruciali per i conflitti contemporanei”. Secondo il Times, alcuni di questi dispositivi sarebbero già stati impiegati in Ucraina. In cambio, Mosca avrebbe trasferito a Pyongyang tecnologie militari avanzate, inclusi i progetti per droni del modello Lancet.
Intanto, cresce l’inquietudine internazionale per la possibile partecipazione di soldati nordcoreani alla parata sulla Piazza Rossa il prossimo 9 maggio. Un gesto ‘simbolico’ che, secondo il Wall Street Journal, sancirebbe l’allarmanteconsolidamento dell’alleanza tra Mosca e Pyongyang: un asse antioccidentale capace di destabilizzare ulteriormente la sicurezza internazionale.
Il patto militare tra Russia e Corea del Nord si configura sempre più come un business insanguinato. Pyongyang fornisce uomini, droni e munizioni in cambio di petrolio e denaro, con decine di fabbriche nordcoreane che lavorano a pieno regime per soddisfare le richieste di Mosca. Secondo le stime, nell’ultimo anno sono stati trasferiti almeno 1,5 milioni di proiettili di artiglieria dalla Corea del Nord alla Russia.
Nonostante le gravi perdite umane, Kim Jong-un sembra disposto a proseguire questa collaborazione. “I droni rappresentano un nuovo paradigma di guerra, e il loro utilizzo è essenziale in conflitti grandi e piccoli”, ha dichiarato Kim durante un incontro documentato dalla Kcna.
Nel medio termine, l’intesa tra i due regimi potrebbe provocare un’escalation militare su diversi fronti. L’utilizzo dei droni kamikaze, unito al trasferimento di tecnologia militare russa a Pyongyang, accentua le tensioni in Asia orientale, spingendo Giappone e Corea del Sud a potenziare le proprie difese e consolidare le alleanze strategiche con gli Stati Uniti. Questo patto potrebbe innescare un pericoloso effetto domino, con ripercussioni globali.