World News in Italian

De Rita da ridere: ironizza sui dirigenti “camerieri” della Meloni, lui nominò il figlio “suo” direttore…

Giorgio ha fatto un’ottima carriera, dove trovavo un altro con il suo curriculum? Dovevo chiamare una società di cacciatori di teste per farmi portare uno che non ha quel tipo di esperienza? I De Rita sono un brand…”, diceva ai giornali Giuseppe De Rita. Era il 2014 quando il super presidente del Censis, mentre giganteggiava sull’Italia antiquata che non riusciva a dare opportunità ai giovani, si vedeva costretto a rispondere a una domanda di una giornalista del “Fatto Quotidiano, che gli chiese, rovinandogli la passerella, se fosse vero che il figlio fosse stato assunto come direttore generale del suo centro studi. Non solo era vero, ma il suo pupillo – che doveva restare in carica fino al 2017 e venne subito definito il successore del padre, ormai novantenne – è ancora su quella poltrona, al vertice di quel Centro Studi Investimenti Sociali fondato dal padre, che opera con enti pubblici e finanziamenti pubblici e privati, ma che in generale vive il suo momento di gloria nel Rapporto con il quale, annualmente, fa le “pulci” al Paese e a chi lo governa. In quella intervista De Rita affermò che “tutti gli italiani aiutano i figli…”.

Praticamente ogni anno, però il Censis bacchetta l’Italia del nepotismo e la mancanza di meritocrazia in Italia, fattori che spingono i giovani a cercare opportunità all’estero in cerca di ambienti più trasparenti e meritocratici”. Suo figlio, invece, ha scelto di restare. Tutto lecito, sia chiaro, trattasi di Fondazione privata, solo che poi quando il suo presidente-cuore di papà lancia gli anatemi contro chi avrebbe una concezione antiquata del potere – come ha fatto lui in una intervista al Domani riferendosi alla governance meloniana – bè, un poco fa sorridere. Voi  avete fatto dei rapporti dove si parla di giovani umiliati, non è una contraddizione assumere suo figlio?, gli aveva chiesto un giorno Cruciani alla Zanzara. “Vada da De Benedetti e chieda come ha nominato i suoi figli in azienda, non dirà che ha fatto il concorso o che ha visto 70 curricula. Non riceviamo finanziamenti pubblici ma abbiamo contratti di ricerca da enti pubblici, è un’altra cosa… Il Censis campa da 50 anni in modo autonomo, privato, sulle gambe di poche persone fra cui me stesso”. “Io ho otto figli – dice ancora a La Zanzara – di cui tre sono precari, anche se sono bravi. Ma non mi lamento di questo. Sono un po’ discriminati nel mondo del lavoro perché si chiamano De Rita, non è facile chiamarsi De Rita…”. Discriminati. Loro, i De Rita.

Oggi, della politica e del governo Meloni, De Rita dice che gli “fa paura la mediocrità, soprattutto quella dei suoi governanti, che da camerieri si sono trasformati in dei semplici portapiatti. L’altra cosa che mi tormenta è la mancanza di cultura collettiva, la nostra è una cultura di adattamento e non ha capacità di evoluzione e costruzione”. Dagospia, mai tenero con la Meloni, titola: “Mediocrità al potere”, con foto di De Rita e Meloni. Qualche tempo fa, parlando di una consulenza del Censis a un altro figlio del sociologo, si chiedeva, ironicamente: ma quanti figli ha il professore?

L'articolo De Rita da ridere: ironizza sui dirigenti “camerieri” della Meloni, lui nominò il figlio “suo” direttore… sembra essere il primo su Secolo d'Italia.

Читайте на 123ru.net