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Furlan: “Paolini può ancora migliorare, l’avevo vista la prima volta in un torneo Under 14”

Renzo Furlan si sta mettendo alle spalle un 2024 a dir poco speciale. Premiato come allenatore dell’anno WTA, complici i grandi progressi fatti da Jasmine Paolini, Renzo è attualmente capitano della squadra italiana alla United Cup che vedrà l’esordio degli Azzurri contro la Svizzera domani, domenica 29 dicembre. Tornando a Furlan, il coach della numero quattro al mondo ha rilasciato un’intervista esclusiva ad Alessandro Nidzegorocew per il Corriere dello Sport dove ha affrontato varie tematiche.

La prima domanda non poteva essere ovviamente sullo status di Paolini: Jasmine non è cambiata di una virgola dopo la finale al Roland Garros, è una sua grande qualità. È una ragazza sempre solare anche se ovviamente, oggi, ha più carichi sulle spalle. Purtroppo i tempi sono stati ristretti e ci siamo allenati poco. La Billie Jean King Cup è terminata il 20 novembre e, dopo un periodo di vacanza, abbiamo ripreso da non molto. Dopo un periodo di training a Dubai stiamo lavorando anche qui a Sydney e lo faremo durante la United Cup. Post Australian Open abbiamo previsto un altro periodo di allenamento“.

Il rapporto con Jasmine è partito diversi anni fa: Ho visto Jasmine la prima volta in un torneo under 14 a Livorno. Aveva perso 7-5 6-4 la semifinale contro Georgia Brescia (ex n. 184 WTA, ndr) dopo un match durissimo. Mi colpirono grinta, determinazione e una tecnica già ben impostata. Quella partita mi rimase impressa, quando ricordo il risultato esatto vuol dire che c’è un motivo valido. L’ho rivista poi anni dopo al centro tecnico federale di Tirrenia, seguita da un ottimo allenatore come Daniele Ceraudo. Ho ricevuto la telefonata di Jasmine, che mi chiedeva di seguirla, a settembre 2015. Da lì è nata la nostra avventura, anche se inizialmente mi sono dovuto dividere tra lei e la federazione tennistica serba, con cui avevo appena stretto un accordo”.

Furlan racconta anche di un aneddoto interessante sulla tennista azzurra: “La prima volta che è venuta da me le ho chiesto su quale terreno si trovasse meglio. Pochi lo sanno, ma mi rispose: “il cemento” quello più lento. Pian piano invece, anche cambiando alcuni aspetti del proprio tennis, cominciò a trovarsi meglio sulla terra battuta. Oggi predilige il cemento rapido”. Come detto, un grande merito di Paolini è quello di rimanere sempre Jasmine: “Le sue giornate, anche per via di sponsor e altri impegni, sono cambiate, ma i suoi comportamenti sono gli stessi di sempre. C’è un aspetto, però, che è stato utile a mantenere i piedi per terra: Jasmine, dopo la finale a Parigi, si è riposata per quattro giorni. Poi siamo andati, con una settimana di anticipo rispetto all’inizio del torneo, al WTA di Eastbourne. Un evento bellissimo, sia maschile che femminile, con l’hotel che dista cinque minuti a piedi dal circolo. Tutto questo ci ha permesso di allenarci con tranquillità e serenità mantenendo un basso profilo. Jasmine ha quindi giocato per trenta giorni di fila

Una caratteristica di Jasmine è quella di partire in salita nei vari tornei, salvo poi entrare in condizione: “È vero, se entra in fiducia diventa pericolosa per tutti. I primi turni sono sempre insidiosi, bisogna comprendere il proprio livello e adattarsi alle condizioni di gioco. Se ripenso al primo turno a Wimbledon contro Sara Sorribes Tormo, mamma mia… Non giocò male, ma fu un incontro ricco di alti e bassi. Nelle sfide successive Jasmine ha alzato vertiginosamente il ritmo”. Il match perfetto di Paolini è stato quello contro Navarro, anche se Furlan ne sottolinea un altro: “Sì, è stato l’incontro dell’anno per qualità, anche se per alcuni aspetti la partita in ottavi di finale contro Madison Keys mi aveva colpito di più. Io non guardo quasi mai i dati statistici, ma in quella circostanza rimasi sorpreso in positivo dai chilometri percorsi da entrambe le giocatrici, ben sopra la media. Non credo sia un caso che Madison si sia fatta male (il match finì 6-3 6-7 5-5 rit.), aveva speso tantissimo”.

Nonostante oltre 100 partite tra singolare e doppio, il 2024 di Jasmine non è ancora finito: “Dopo le WTA Finals ci siamo confrontati, a causa di un problema al piede che Jasmine si porta dietro da un po’, ma in pochi secondi abbiamo deciso di non fermarci e puntare con grande convinzione sulla BJK Cup. Devo dire che la FITP l’ha aiutata tantissimo nelle figure di Tathiana Garbin, Vittorio Magnelli, dei fisioterapisti e del team medico. Si parla poco di quest’ultimo, ma Elisabetta Parra è stata fondamentale nella cura del piede di Jasmine. La Nazionale è davvero molto unita in tutti gli elementi

Infine ecco gli obiettivi del 2024: “Non pensiamo mai al ranking, viviamo giorno dopo giorno tenendo d’occhio il piede e preparando le singole prestazioni. Jasmine può giocare bene ovunque e, se sta bene, so che vale un posto in Top10. L’obiettivo è quello di raggiungere la massima prestazione possibile in ogni match che andremo a preparare. La classifica sarà una conseguenza di tutto ciò

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