Verdone attacca il politicamente corretto: “Otto miei film sarebbero eliminati. Moda tipica dei salotti intellettuali”
“Otto miei film sarebbero eliminati”: dalla religiosità al politicament corretto. Un’intervista molto intensa, a 360 gradi quella a Carlo Verdone sulla Verità. Ricordi d’infanzia, famiglia unita e tradizione. La memoria dell’amatissimo attore e regista spazia dalla messa di mezzanotte natalizia con i familiari, ai ricordi più intimi: “Non mi piace il Natale caciarone”. Nel colloquio trovano spazio riflessioni profonde sulla fede “che ti esplode dentro”. Sta finendo di registrare la nuova serie di “Casa di Carlo” che nelle edizioni precedenti ci rivelavano nella fantasia della fiction un Verdone alle prese con un film d’autore, alle prese con la candidatura a sindaco di Roma e, successivamente, direttore artistico del Festival di Sanremo. Top secret sulla trovata che farà da sfondo alla quarta stagione della serie: “Paramount mi chiede di non dare anticipazioni. Posso solo dire che desideravo interagire con molti giovani, un gruppo di studenti pieni di passione per il cinema e la cultura”, dice a Maurizio Caverzan.
Verdone e il Giubileo
Sul filo della religiosità non si può che andare a parare su Roma e il Giubileo. Domanda secca, l’Anno Santo appena aperto è una grazia o una disgrazia? Verdone divide in tre prti la risposta: «Per hotel, ristoranti, Uber e tassinari sicuramente una grazia». Da romano vede un città «ridotta a un posto di aperitivi, ristoranti giapponesi, thailandesi, vinerie. Un’immensa Capri. Dalla città degli imperatori e dei grandi monumenti siamo passati alla città culinaria, con i funghi a calore per riscaldare chi cena all’aperto». Da credente, ovviamente, «può essere una grazia. Viviamo un momento così complicato… Se afferriamo il senso della speranza di cui continua a parlare il Papa possiamo recuperare l’etica che abbiamo perso. Per chi ha questa sensibilità può essere un’occasione e per chi non ce l’ha, anche».
Verdone: “Otto miei film sarebbero eliminati”
Dal Giubileo al Contertone di Capodanno esploso nelle mani del sindaco Gualtieri il passo è breve. Verdone non ha seguito passo passo la polemica tra il sindaco, la sinistra e il mondo musicale. Però è certo di una cosa: Toni Effe «l’avrei fatto cantare». Di qui l’intervista tocca il nodo del politicamente corretto che sta strangolando non solo la comicità, la canzone e ogni manifestazione del libero pensiero. E naturalmente il cinema. Verdone è comprensivo ma non troppo. Finisce in un crescendo. Questo politicamente corretto «su alcune cose si può capire, ma è sbagliato non contestualizzare le situazioni. Via col vento dovrebbe essere bruciato perché la mami è nera? Suvvia. Il Sorpasso è maschilista, ma è un capolavoro- ragiona Verdone- . Con i criteri di oggi, quanti film di Alberto Sordi, Ugo Tognazzi o Vittorio Gassman dovrebbero andare al rogo? E i miei? In Acqua e sapone vado a letto con una ragazzina che non ha ancora 18 anni, ma è una fiaba. Sette otto miei film dovrebbero essere eliminati. È una moda fastidiosa, diffusa sempre dai soliti salotti intellettuali, il popolo non si pone questi problemi».
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