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Martinez Quarta, un addio che dispiace. In bocca al lupo ad “uno di noi”

Non so voi, ma a me dispiace molto. Martinez Quarta è un giocatore in cui avevo sempre visto qualcosa, anche quando faceva panchina con Iachini. Mi piaceva la sua garra argentina e ancor di più la personalità di fare giocate non scontate, di non accontentarsi del compitino. Certo, quando di mestiere fai il difensore, il rischio frittata è sempre dietro l'angolo. E il Chino l'ha pagato caro. Mi dispiace perchè la stagione scorsa sembrava essere stata quella della consacrazione. Da giocatore discontinuo a leader della squadra, spesso vero e proprio trascinatore con i gol, gli assist, di tutto e di più. Anche qualche svarione dei suoi ogni tanto, ma nel complesso un salto di qualità che io pensavo potesse portarlo anche in qualche top club, complice il contratto in scadenza che faceva gola a molti. Quarta invece ha scelto di rinnovare e di restare nella città a cui si era legato molto, come alla maglia viola (indossata anche dal figlio). Non è stato un percorso facile il suo, ha vissuto spesso sulle montagne russe in questi 4 anni e mezzo e questo gli è costato anche la Nazionale. Professionista vero, legato davvero alla Fiorentina, non si è mai fatto condizionare da situazioni esterne (vedi le frizioni dei suoi amici Torreira e Gonzalez con il club) ed è rimasto uomo squadra fino alla fine. Vi ricordare il "discorso da brividi" prima di Genoa-Fiorentina del 31 ottobre, l'ultima dell'argentino da titolare in campionato? In un calcio in cui le bandiere non ci sono più, chi fa 142 presenze e dà tutto per la Fiorentina, merita come minimo un saluto affettuoso.

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