In Norvegia da gennaio non è più possibile immatricolare auto a diesel e benzina: è il primo paese al mondo
La Norvegia dice addio alla vendita di auto a benzina o a diesel: dal 1 gennaio 2025 non è più possibile immatricolarle, come Oslo ha previsto da tempo nel suo piano decennale sui trasporti, che sta dettando le regole del settore e continuerà a farlo fino al 2027. La Norvegia è il primo Paese a farlo non solo in Unione europea, ma anche nel resto del mondo. Ed è l’ultimo atto di una serie di misure che hanno permesso alla Norvegia di arrivare a scenari impensabili fino a qualche anno fa e di detenere il primato delle vendite di e-car in termini di quota di mercato, con circa 90% delle nuove auto alimentate a batteria. La Cina, dove le vendite di veicoli elettrici si apprestano per la prima volta a superare quelle delle vetture tradizionali, un sorpasso storico atteso proprio nel 2025, ha raggiunto questi livelli con quegli almeno 230,8 miliardi di dollari di sussidi dati all’industria nazionale dell’auto elettrica tra il 2009 e la fine del 2023. Sussidi in risposta ai quali, nei mesi scorsi, l’Ue ha deciso di imporre in via definitiva i dazi aggiuntivi fino al 35,3% sulle importazioni delle auto elettriche cinesi (e Pechino ha inoltrato un ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio).
In Norvegia le auto elettriche hanno superato quelle a benzina – Già a settembre 2024, la Ofv comunicava che, per la prima volta in assoluto, in Norvegia le auto elettriche superavano quelle a benzina. Su 2,8 milioni di auto private immatricolate nel Paese scandinavo, 754.303 erano completamente elettriche (mentre 753.905 erano a benzina), con i modelli diesel (i più numerosi, ma con le vendite in forte calo) a quota poco meno di un milione. Nel 2024, secondo gli ultimi dati della Federazione norvegese delle strade (OFV), i veicoli totalmente elettrici hanno rappresentato l’89,9% delle auto vendute in Norvegia, in aumento di oltre 7 punti percentuali rispetto al dato del 2023 (82,4%). Le principali marche vendute sono state Tesla, Volkswagen e Toyota.
I pilastri della politica di Oslo – Come è riuscita la Norvegia a trovarsi nel 2025 con la sicurezza di raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica nel 2035, come previsto dall’Unione europea? Lo ha fatto grazie a una serie di strumenti. Primo fra questi è il fondo sovrano, alimentato dai proventi dell’industria dei combustibili fossili, che ha consentito di mettere in piedi un sistema di incentivi finanziari senza precedenti per l’acquisto di veicoli elettrici. Oltre ad essere diventati più accessibili, però, in Norvegia i veicoli elettrici sono anche più convenienti grazie a politiche fiscali, come l’esenzione dall’Iva e dalle tasse di immatricolazione, a cui si aggiungono altri vantaggi, dai parcheggi gratuiti alle tariffe ridotte per pedaggi e traghetti. Terzo pilastro delle politiche norvegesi che hanno permesso la diffusione dell’auto elettrica è rappresentato dagli investimenti per una infrastruttura di ricarica che fosse presente in tutto il Paese in modo capillare. Un obiettivo, va ricordato, reso più facile da raggiungere dalla bassa densità di popolazione e dall’alta percentuale di case unifamiliari.
Cosa accade a Pechino. Il nodo dei dazi e la guerra tra Byd e Tesla – Nel frattempo, la Cina continua la sua corsa. I calcoli li ha fatti il Financial Times sulla base delle previsioni di quattro banche di investimento e gruppi di ricerca: nel 2025 le vendite di veicoli elettrici in Cina saliranno del 20%, arrivando a oltre 12 milioni di unità, più del doppio dei 5,9 milioni del 2022. Allo stesso tempo, ci si aspetta che le vendite di vetture tradizionali calino del 10%, a meno di 11 milioni di veicoli, con una contrazione di quasi il 30% rispetto al 2022. Così, nonostante le vendite di auto elettriche cinesi siano rallentate dopo la pandemia, l’obiettivo fissato da Pechino solo nel 2020 (portare alla quota del 50% delle auto vendute quelle elettriche entro il 2035) è stato raggiunto 10 anni prima del previsto e la Cina punterà sempre più al mercato estero. L’Unione europea è pronta a dare battaglia per proteggere il comparto dell’automotive. E anche gli Usa, con Donald Trump alla Casa Bianca, alleato del miliardario Elon Musk, secondo cui non c’è altra strada che quella dei dazi. Di fatto, la sua Tesla si è confermata nel 2024 leader planetario in termini di auto elettriche vendute nel mondo (1.789.226 contro le 1.764.992 della cinese Byd), ma se Musk ha dovuto incassare il primo calo di vendite in dieci anni (-1,07% rispetto al 2023), il colosso cinese ha portato a Pechino un aumento di vendite del 12,08% rispetto al 2023. Quanto basta per alimentare la guerra di dazi.
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