Francia, rivolta al carcere di Arles: il sequestratore si arrende dopo l’azione dei corpi speciali (video)
Il carcere di Arles, nel dipartimento delle Bouches-du-Rhône, è stato teatro di una drammatica presa di ostaggi. Un detenuto armato di un’arma da taglio artigianale ha sequestrato per quasi cinque ore diversi membri del personale sanitario e un agente all’interno della prigione. Il 37enne si è ora arreso senza causare feriti. A rivelarlo è il quotidiano Le Figaro, citando fonti della polizia penitenziaria.
Cinque ostaggi sotto sequestro, intervengono le forze speciali
L’uomo, già condannato per stupro e con una lunga storia di disturbi psichiatrici, chiede il trasferimento in un altro istituto. Secondo fonti interne, la situazione si è innescata nella tarda mattinata, intorno alle undici, nell’unità sanitaria del carcere. «La situazione sta evolvendo in modo tranquillo», riferisce una fonte penitenziaria, eppure sul posto è già intervenuto il Raid, il corpo speciale della polizia francese.
[14:30] Les journalistes viennent d’arriver à la Maison Centrale d’#Arles ou une prise d’otages est en cours. Le RAID vient également d’arriver. pic.twitter.com/wssmavEFUv
— Actu React Info (@actureact_info) January 3, 2025
Conosciuto ad Arles come «molto impulsivo» e «violento»
Originario della Guyana francese, il detenuto è noto come «molto impulsivo» e «violento»: elementi che hanno già contraddistinto la sua permanenza ad Arles. «Non si tratta di un profilo terroristico», precisa una fonte del carcere, ma di un uomo descritto come «molto pericoloso» e con precedenti episodi di aggressività. La sua pena, che scadrà nel 2031, si somma a una serie di problematiche legate alla gestione di detenuti con patologie psichiatriche.
Darmanin: “Abbiamo mobilitato tutte le risorse per affrontare la situazione”
«Abbiamo mobilitato tutte le risorse per affrontare la situazione», ha dichiarato il ministro della Giustizia francese, Gérald Darmanin, in un post su X. «Sto monitorando l’evolversi della situazione in tempo reale», ha aggiunto. Il Raid è arrivato prontamente sul posto, pronto a gestire un’emergenza che si inserisce in un contesto di sovraffollamento carcerario drammatico. I dati del ministero della Giustizia parlano chiaro: al 1 dicembre, 80.792 persone erano detenute in Francia, contro una capacità complessiva di 62.404 posti. Un tasso di densità del 129,5% che alimenta tensioni quotidiane.
5 personnes sont retenues en otage à la maison centrale d’Arles, dont 4 personnels soignant et un agent pénitentiaire. Nous avons mobilisé tous les moyens pour y faire face. Je suis en temps réel l’évolution de la situation.
— Gérald DARMANIN (@GDarmanin) January 3, 2025
Un carcere segnato dalla violenza
La prigione di Arles non è nuova a episodi drammatici di questo tipo. Nel marzo 2022, l’attivista indipendentista corso Yvan Colonna fu assassinato proprio all’interno delle sue mura da un detenuto radicalizzato. Con una capienza di circa 160 posti, il carcere accoglie uomini condannati a lunghe pene, spesso accompagnate da interventi mirati sulla sicurezza. La struttura, concepita per ospitare i casi più complessi, sembra oggi cedere sotto il peso di un sistema penitenziario in crisi.
ALERTE – Une prise d’otage est en cours à la prison d’#Arles. Un détenu retient trois personnels médicaux et un surveillant pénitentiaire, sous la menace d’une arme blanche artisanale. (Images AR) pic.twitter.com/EmQNI10uqs
— Actu React Info (@actureact_info) January 3, 2025
Il sovraffollamento carcerario è una problematica endemica
La presa degli ostaggi getta una luce impietosa su un problema cronico della Francia: il sovraffollamento carcerario. Secondo il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, questa emergenza rappresenta una delle principali sfide del governo. Ma non si tratta solo di numeri. La gestione di detenuti con patologie psichiatriche richiede risorse e competenze che spesso mancano. Arles, con i suoi tragici precedenti, ne è la prova.
L'articolo Francia, rivolta al carcere di Arles: il sequestratore si arrende dopo l’azione dei corpi speciali (video) sembra essere il primo su Secolo d'Italia.