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Brosso dice addio al musico Giovanni Vola, fondatore di Ocarine e tamburi

BROSSO. Si sono svolti mercoledì pomeriggio, il 1° gennaio, a Brosso i funerali di Giovanni Vola, 84 anni, spentosi lunedì dopo una malattia che ne aveva progressivamente ridotto le uscite dall’abitazione, in seguito cessate del tutto. Figura conosciutissima, oltre che nell’intera Valchiusella per la sua militanza nelle bande musicali di Alice, Pecco, Lugnacco, Issiglio, Vico ed in quella del suo paese, era noto anche nei centri della Bassa Dora Baltea per il suo passato di dipendente della Cogeis di Giovanni Bertino, con l’incarico di responsabile della gestione della cava di Borgofranco e della movimentazione dei camion e delle autobetoniere ad essa collegati.

Tifoso juventino praticante, in gioventù era stato calciatore nelle squadre del Loranzè e del Colleretto Giacosa e protagonista nei tornei estivi che si disputavano oltre che in Valchiusella, in altri paesi del Canavese.

Ricorda Amerigo Vigliermo, direttore del coro bajolese e a sua volta, negli anni ’60, calciatore per diletto: «Giovanni era un ottimo mediano, che alla tecnica univa un indomabile spirito combattivo. A Baio Dora quando si trattava di mettere insieme una squadra per i tornei, oltre ai migliori giocatori della Valle d’Aosta, chiamavamo sempre lui».

Per una legislatura Vola fu anche assessore comunale in una delle prime giunte guidate da Ilario Vigliermo. La musica, l’altra sua grande passione, il flicorno tenore il suo strumento. L’esordio nella banda musicale del paese, cui seguì l’esperienza torinese presso la Fanfara della Brigata Alpina Taurinense, durante il servizio militare. Ivan Pagnone, ormai da 25 anni direttore della Filarmonica Issigliese, ha gli occhi lucidi mentre ricorda Giovanni Vola: «Giovanni ha suonato nel nostro complesso bandistico per lungo tempo, fino a quando la salute glielo ha consentito. Un eccellente strumentista e una persona seria, onesta ed affidabile. Uomo mite, che tuttavia esprimeva il suo pensiero senza mezze misure. E se ti faceva un complimento, quello era davvero sincero. Ed era orgoglioso di far parte della nostra filarmonica. Me lo ripeteva sempre».

Negli anni ’60, Vola, insieme con altri giovani del paese, fondò a Brosso il gruppo Ocarine e tamburi, tuttora attivo in Canavese. Vola, poi, rispecchiava a fondo il modo di essere e di pensare della gente del suo paese. A dargli l’estremo saluto, tra gli altri, rappresentanti delle penne nere del Gruppo di Vico-Valchiusa. Ed è proprio sulle note dell’Inno degli Alpini eseguito dalla banda musicale del posto e su quelle di una struggente melodia proposta da un quintetto strumentale espressione della filarmonica stessa che il feretro è stato tumulato nel cimitero del paese. Giovanni Vola lascia la moglie Lori, il figlio Umberto e la sorella Liliana.

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