Il libro. “Complimenti per la trasmissione”, la guida tv telebestiaria di Francesco Specchia
Tutti i riti apotropaici della televisione in un’unica seduta. Il monitor, però, resta spento e gli occhi vengono rivolti verso la libreria. Nell’epoca in cui bisogna fare attenzione a non rimanere nello spicchio che non emette segnale, dall’etere alla tv, Francesco Specchia trabocca di parole con la sua ultima pubblicazione, inserita nel catalogo di Baldini+Castoldi collana le Formiche, Complimenti per la trasmissione. Un impavido telebestiario della tv italiana (208 pp.; 18,00€). L’antipasto, per rimanere in tema pantagruelico natalizio, lo sforna nella prefazione Vincenzo Mollica narrando di una telefonata con Federico Fellini che gli raccontò di come il tubo catodico, a fine anni ‘80, “ci stava rendendo ciechi e sordi”. Figurarsi oggi che abbiamo perso pure il tatto per non parlare del gusto (l’olfatto è in salvo non sappiamo ancora per quanto). L’animale guida del testo è Xavier de Maistre, fratello del più noto Josef, autore di Viaggio intorno alla mia camera scritto durante i 42 giorni di arresti domiciliari che dovette scontare nel 1790 a causa di un duello d’onore non autorizzato.
L’idea affina il senso e durante il Covid ripensando al militare e scrittore francese Specchia cogita e riposiziona le sue rubriche di critico televisivo una tenuta su Libero, Complimenti per la trasmissione, e una su TgCom, Telebestiario. Ed eccolo qui il Frankenstein con l’anima di telecomando capace di farci gridare, rigorosamente in diretta, “si può fare”. Le indicazioni da seguire sono quattro: 1) “mv” ovvero mostri veraci per vocazione; 2) “mc” i mostri di comunicazione; 3) “mb” i mostri di bravura; 4) “t” l’agognato trash in purezza. Scorri e salti da un capitolo all’altro, la vera libertà della carta proprio come tra podcast, YouTube e app. Uno dei primi da incontrare è Alain Elkann. Viaggio non al termine della notte, ma sul treno per Foggia. Maranza versus Proust.
La B è necessariamente Maria Rosaria Boccia e il Sangiuliano gate o irrimediabilmente Berlusconeide. Il suo assalto alla televisione di Stato, i suoi processi, i suoi volti, i suoi programmi e i suoi conduttori. Se chiudi gli occhi e hai più di quarant’anni il tuo subconscio, manco fosse Mediaset infinity, ti proporrà Ruota della fortuna, Pressing, Corrida, Drive In, Non è la Rai, Karaoke e Costanzo show senza soluzione di continuità. Fine pena Mike (Buongiorno). Uno dei momenti più alti del telebestiario è alla lettera C quando incontriamo Ciao Darwin, il palo da lap dance della tv italiana. Legenda “t”. “L’unica cosa che non si è darwinianamente evoluta della tv italiana”. Tra falli, deretani e seni possenti. Poteva mancare la Giovanna d’Arco dei palinsesti? Maria De Filippi nonché “lo scudo con stemma del Biscione, la mentina perennemente succhiata in bocca che ne esalta l’erre moscia, la voce arrochita da sigarette mai fumate”. Di Emigratis vogliamo parlarne? Ma certo che sì. Pio e Amedeo i gran visir del “lo vuoi vuoi vedere il pesciolone, amore”. Fabio Fazio, Vittorio Feltri con cui, in una recente intervista a L’Arena, l’autore ha confessato di essere venuto alle mani. “Lui mi spintonò e caddi a terra”. Tripudio su Gianfranco Funari che come ha ricordato Piero Chiambretti: “La televisione ricercava i pazzi come lui, per fermarli e arrestarli”. Il Grande Fratello la seduta psicanalitica a cui la Nazione è stata sottoposta a inizio millennio.
Fu proprio Specchia, ritorna il feltrismo, a essere “crocifisso al desk 24 ore al giorno”, in stile Arancia Meccanica, agli esordi di Libero per seguire minuziosamente e sminuzzare il Gf. Ci rigiriamo tra i capitoli e dalle emittenti escono i Milo Infante dei nostri pomeriggi, le Selvaggia Lucarelli nelle serate di stelle, ma infiniti altri programmi, anfitrioni, giornalisti, racconti e lettere dell’alfabeto tutti pronti a scontrarsi con l’auditel. Complimenti per la trasmissione è una scatola ultrapiatta di 70 pollici dove pescare il meglio, spesso, del peggio. Un blob su carta dove riascoltare le voci intime di tutti quei personaggi divenuti estremità prossima del parentado da piccolo schermo. Prima di spegnere il testo ci sentiremo, un’ultima volta, come Kurt Cobain: “Cristo, sto veramente là dentro? Mi sembravo così familiare”.
L'articolo Il libro. “Complimenti per la trasmissione”, la guida tv telebestiaria di Francesco Specchia sembra essere il primo su Secolo d'Italia.