Procura chiude il caso sugli abusi denunciati da Francesca Ghio: reato prescritto. Lei: “Ai magistrati avrei detto il nome”
La procura di Genova ha chiesto di archiviare il caso sollevato dalla consigliera comunale Francesca Ghio, che a fine novembre proprio dai banchi del Consiglio aveva pubblicamente denunciato gli stupri subiti quando aveva 12 anni, da parte di un conoscente di famiglia. La denuncia era arrivata nel corso di una seduta dedicata al dibattito sul tema della violenza sulle donne, ed era stato aperto un fascicolo per violenza sessuale aggravata, assegnato al pm Federico Panichi del pool Fasce deboli. Gli abusi sono infatti avvenuti tra il 2005 e il 2006 e dunque il reato è prescritto. Soltanto nel 2012 è stato raddoppiato il limite dei tempi di prescrizione per questo tipo di reato.
“Premettendo che non ho fatto quello che ho fatto per vendetta personale – sottolinea Ghio commentando la richiesta dei magistrati – ma attraverso un’azione politica sia per dare voce a chi non ne ha e sia per puntare l’attenzione su quelle riforme che servono più che mai per darci gli strumenti che ci portino a scegliere l’amore rispetto alla violenza”. La consigliera, tramite il suo legale Michele Ispodamia, aveva detto di essere pronta “a dire il nome di chi è stato e di avere dettagli molto precisi e riscontrabili” ma gli investigatori non l’hanno convocata. Gli abusi, secondo quanto detto da Ghio, sono andati avanti per anni ma sarebbero finiti prima del 2012, data in cui è entrata in vigore la legge che raddoppia i tempi per la prescrizione per questo tipo di reati.
“Se la procura ora chiede l’archiviazione senza nemmeno voler sapere il nome lo trovo triste e una brutta figura da parte della magistratura. Questa persona è ancora a Genova ed è tra noi, forse sarebbe utile per chi ha l’onere e l’onore di difenderci sapere chi è. Non avermi ascoltato è stato come non avere riconosciuto dignità al coraggio avuto ed è la metafora di quello che succede quando si sminuisce una donna che va a denunciare le violenze subite dal partner. Io, da parte mia, non ho più paura di quell’uomo, ho dato coraggio alla bimba di 12 anni e ad altre donne. Anche se oggi mi sento un pò più sola e triste”.
Anche l’avvocata di Ghio, Michele Ispodamia, sottolinea: “È curioso che la procura abbia inteso aprire un procedimento sulla base delle sue dichiarazioni e ora ne chieda l’archiviazione sui medesimi presupposti e senza sentire la mia assistita anche per conoscere tempi e modalità. Mi chiedo allora perché lo abbiano aperto. Inoltre, vista la gravità dei fatti e visto che quell’uomo potrebbe avere commesso gli stessi fatti su altre bambine, è curioso che la procura non desideri conoscerne l’identità. Magari ci sono altri fascicoli aperti e avere la testimonianza della mia assistita corroborerebbe l’accusa”. Ghio aveva già dichiarato che avrebbe fatto il nome del responsabile delle molestie “solo alle autorità giudiziarie, sarebbe stato utile che la giustizia sapesse, perché potrebbero esserci state o esserci ancora altre Francesche che hanno subito o stanno subendo”.
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