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“Mai dire: grazie Meloni”. Sinistra sotto choc su Cecilia Sala, Boldrini e Bonelli farfugliano…

Esultare, ma non troppo. Ringraziare, ma senza fare nomi. Accogliere, ma evitando di entrare nelle foto di gruppo del governo, tantomeno da imbucati. E soprattutto, “mai dire, grazie Meloni”. Le parole d’ordine nel centrosinistra, immediatamente dopo la notizia della liberazione di Cecilia Sala, frutto dell’opera diplomatica del governo, sono quelle dei classici “rosiconi” che non vogliono per mostrarsi contrariati, per quella che non può che essere una buona notizia. “Una buona notizia, finalmente! Fin dal primo momento avevamo auspicato che la diplomazia e il governo del nostro Paese lavorassero per ottenere questo risultato. Grazie a tutti e a tutte coloro che hanno permesso la liberazione di Cecilia Sala dalle carceri del regime iraniano”, commentano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra, in punta di equilibrio, nel tentativo di dire o non dire, per evitare di contraddire gli strali del giorno prima contro chi “era volato in America da Trump invece che riferire in Parlamento” (copyright Renzi) o contro chi “non si era mosso tempestivamente dopo l’arresto in Iran della giornalista italiana”.

La sinistra presa in contropiede dalla liberazione di Cecilia Sala

Tra i “mai dire Meloni” si annida anche la solita, equilibratissima, Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, che se la cava così: “Cecilia Sala è libera e in volo per l’Italia. È la bella notizia che aspettavamo da giorni. Grazie a tutte e tutti coloro che si sono adoperati per questo importante risultato. Donna, Vita, Libertà”. Manca solo la parola: governo, ma è un dettaglio. In stile Mario Merola, “felicissima sera”, da “O’ zappatore”, si pronuncia il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto, intervenendo in Aula a Palazzo Madama. “Felicissimi per il ritorno a casa della giornalista italiana. A nome del gruppo Avs del Senato ringrazio quanti in questi giorni hanno lavorato per la liberazione di Cecilia Sala. In queste giornate di grande tensione tutti hanno operato con grande senso di responsabilità e in una condizione di massimo riserbo per riportare la nostra connazionale all’affetto dei suoi cari. Un ringraziamento sentito all’intelligence e alla diplomazia per il risultato ottenuto”. Anche qui, grazie a tutti, tranne che a chi l’ha liberata, la premier, il ministro Tajani, il governo…

Renzi e l’ennesima figuraccia

Vale appena la pena di ricordare che Matteo Renzi, nel suo effluvio comico di questi giorni contro il governo, aveva accusato la Meloni di aver “riferito” del caso Sala al presidente Trump e non al Parlamento, utilissimo, si sa, in casi come questi… Oggi però Renzi ringrazia la premier, come se non ci fosse uno… ieri. “Oggi è giorno di festa per tutta l’Italia e noi diciamo grazie a tutte le istituzioni, a cominciare dal signor Presidente della Repubblica che ha ricordato Cecilia Sala nel suo messaggio dell’ultimo dell’anno, a cominciare dalla Presidente del Consiglio dei ministri, a cominciare dai ministri che si sono occupati della vicenda, a cominciare dalle autorità dell’intelligence”.  Chapeau. E i grillini? Eleganti, una volta tanto, ma senza ringraziare, anche lei, nessuno dell’esecutivo: “Con grande gioia annuncio che la giornalista Cecilia Sala è stata liberata ed è in viaggio verso l’Italia”, ha detto la presidente di turno della Camera, Mariolina Castellone. Per il governo era intervenuta la sottosegretaria agli Esteri, Maria Tripodi: “Grazie alla nostra diplomazia, alla nostra intelligence e alla leadership esercitata dalla nostra presidente del Consiglio”, aveva detto l’esponente dell’esecutivo. E la Schlein: “La notizia che stavamo aspettando, che speravamo di ricevere il prima possibile. La liberazione di Cecilia Sala è un sollievo, e saperla presto in Italia ci riempie di gioia. Un ringraziamento al governo, al corpo diplomatico, ai servizi e a chi ha lavorato incessantemente in questi 20 giorni di apprensione e angoscia per questo risultato. Ti aspettiamo, Cecilia!”. Brava Elly, brava.

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