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Cecilia Sala libera, giornalisti di sinistra spiazzati: e Parenzo “statua di sale” si arrende (video)

Cecilia Sala è libera: e già nel pomeriggio di oggi sarà di nuovo in Italia. Arrestata il 19 dicembre scorso, era detenuta in isolamento nel carcere di Evin in Iran. La premier Giorgia Meloni ha dato la notizia ai genitori, una notizia arrivata a sorpresa a stretto giro giro dall’incontro tra la premier e i familiari della reporter a Palazzo Chigi e del volo oltreoceano che ha portato il nostro Presidente del Consiglio a Mar-a-Lago da Donald Trump. Insomma i lavori fervevano. Alacremente. E non da qualche giorno… E oggi, a ritorno a casa conclamato, pure l’inossidabile David Parenzo è costretto ad arrendersi all’evidenza.

Cecilia Sala, commentatori di sinistra in ginocchio: pure Parenzo si arrende

Governo, Farnesina, diplomazia: tutti i soggetti coinvolti nell’operazione del rilascio della giornalista detenuta a Teheran si sono adoperati strenuamente, mettendo in atto interventi e strategie che sono culminati nello straordinario successo appena conseguito. Sorpresa allora? Di sicuro la complessità della situazione avrebbe potuto richiedere altro tempo. Di fatto: a breve Cecilia Sala atterrerà a Ciampino, dove sarà accolta al suo arrivo dalla premier Meloni e dal ministro Tajani. E la cosa ha indubbiamente spiazzato soloni, politici e opinionisti di sinistra, pronti all’ennesimo attacco strumentale anti-governativo, e che invece si sono ritrovati a dover riconoscere, (e incassare a fatica), il colpo della svolta.

Cecilia Sala libera, Parenzo una statua di sale, deve ammettere l’evidenza e riconoscere il successo del governo

Tra loro dunque i giornalisti in diretta nell’ora x, che nel gioire della felice risoluzione del caso, si sono ritrovati a dover obiettivamente ammettere tempestività e successo dell’intervento dell’esecutivo in tutte le sue emanazioni. E, forse, non tutti hanno saputo accogliere con disinvoltura la cosa. Prova ne è David Parenzo che, in onda con la sua Aria Che Tira su La7 (clicca qui per vedere il video con il momento dell’annuncio), tra l’ingessato e lo sconcertato, occhi bassi e bocco da mandare giù, ha dovuto accogliere la notizia della liberazione di Cecilia – di cui sicuramente ha gioito sul piano personale, è chiaro – ma che lo ha spiazzato su quello politico-mediatico, inducendolo a dover ufficialmente legittimare l’eccezionale risultato del governo.

Quella missione di Meloni da Trump

Così: «La missione americana di Meloni non era soltanto su Musk ma aveva sicuramente all’ordine del giorno come primo punto la questione del ritorno di Cecilia Sala in Italia. Questo mi sembra piuttosto evidente», è costretto a riconoscere il conduttore radio-tv, rinnegando giorni di narrazione progressista. Non per niente, il clima in studio a La7 – e le espressioni dei convitati di pietra ospiti del programma in quel fatidico momento, più da statua di sale che da concittadini gioiosi, ci si conceda – era più quello da “onore delle armi” concesso di rigore, che quello di una esultanza spontanea.

… E i commenti al vetriolo nel salotto radical chic di Floris tornano al mittente

Sempre meglio comunque delle insinuazioni al vetriolo e delle allusioni piccate piovute nel salotto radical chic di DiMartedì con le dissertazioni di Augias, compagni e compagnia cantante che, tra le varie frecce avvelenate scagliate contro l’esecutivo, hanno incidentalmente bollato come “inutile” il faccia a faccia Meloni-Trump per esempio… Laddove, di contro, e con buona pace di detrattori e incalliti commentatori avversi all’esecutivo, da lì qualcosa sarebbe cambiato. Come confermato, tra le righe, dalla stessa ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, che in un aggiornamento a un gruppo di parlamentari italiani, aveva rivelato che Cecilia Sala – per esempio – non era più in isolamento. Ma condivideva la cella con un’altra detenuta. Acclarando di fatto un primo, importante, risultato di una grande capacità diplomatica sulla vicenda.

Cecilia Sala, dopo Parenzo, si attendono con ansia i commenti (e le ammissioni) di Telese e Marianna Aprile

E che dire del M5S di Conte e del Pd targato Elly Schlein impegnati a invocare un passaggio in parlamento della premier che, invece, a squilli di trombe e rulli di tamburi ha preferito un basso profilo e il silenzio nel lavorare incessantemente con tutti gli “addetti ai lavori” coinvolti nella vicenda, con lucidità e ottimizzazione di tempi, sforzi e risorse per arrivare al successo di oggi. Attendiamo con ansia la reazione e i commenti di Luca Telese e Marianna Aprile

 

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