Fiducia sulla manovra alla Camera, ma restano i nodi che hanno spaccato la maggioranza. Ok agli odg della Lega su pensioni e flat tax giovani
L’Aula della Camera si prepara martedì mattina al voto finale sulla legge di Bilancio, dopo che lunedì sera i deputati hanno detto sì alla fiducia posta dal governo con 219 favorevoli e 125 contrari. I lavori sono poi andati avanti fino alle 4:30 del mattino con l’esame degli ordini del giorno. Il testo sarà licenziato a un giorno dalla chiusura dell’anno e dall’esercizio provvisorio, dopo oltre due mesi e mezzo dall’approvazione in Consiglio dei ministri. Il percorso è stato accidentato e ha visto la maggioranza fibrillare in più passaggi. Il governo rivendica il risultato finale, soprattutto sul fronte della tenuta dei conti, mentre l’opposizione fin dal primo momento ha bollato il testo come “asfittico” e “privo di prospettive per la crescita”. Di sicuro molti dei nodi e delle tensioni che hanno caratterizzato l’esame parlamentare non sono sciolti e si ripresenteranno nei prossimi mesi. A partire da quello delle pensioni, che resta un tasto dolente per la Lega e ha spaccato il centrodestra facendo sfiorare la crisi.
Nella notte è passato con parere favorevole del governo l’ordine del giorno del Carroccio che chiede di sterilizzare l’innalzamento dell’età pensionabile previsto dalla manovra stessa, che spalma l’aumento dei requisiti prevendendo un mese in più dal 2027 e tre mesi dal 2028. Per il vicepresidente del M5S Michele Gubitosa “è la comica finale di una maggioranza che in campagna elettorale ha promesso la luna sulle pensioni e ha finito col fare peggio di Mario Monti ed Elsa Fornero“. Il ministro Giancarlo Giorgetti lunedì sera, allargando le braccia, si è limitato a commentare che “si vedrà nel 2026” e già l’aver previsto in manovra una gradualità dello scalino ha richiesto “oltre un miliardo” di coperture. “Giorgetti smentisce ancora la Lega”, l’attacco del Pd con la capogruppo Chiara Braga. “Cercano di riscrivere la manovra con gli ordini del giorno ma la pezza è peggio del buco”.
Il governo si è anche impegnato, sempre su sollecitazione della Lega, “a valutare, compatibilmente con i saldi di finanza pubblica”, l’opportunità di iniziative normative per introdurre una flat tax giovani “per contrastare il fenomeno della loro fuga all’estero e la perdita di capitale umano”. Il partito di Matteo Salvini ha in compenso ritirato l’ordine del giorno che chiedeva di aumentare i militari di ‘Strade sicure’, operazione che il testo definiva “indispensabile per la sicurezza del nostro Paese che va mantenuta e potenziata, anche per far fronte alle straordinarie esigenze connesse allo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici invernali ‘Milano – Cortina 2026’, alla minaccia terroristica e al mantenimento dell’ordine pubblico, al fine di rafforzare i presidi nelle città, ai confini, nelle stazioni e convogli ferroviari, nei siti e luoghi sensibili”. Ma per il ministro della Difesa, Guido Crosetto, quel programma iniziato nel 2008 va chiuso.
Passato anche l’odg riformulato, firmato dal deputato azzurro Raffaele Nevi, che chiede di estendere i benefici dell’iperammortamento ai beni prodotti fuori dall’Unione europea riconsiderando la “clausola di esclusione” della manovra. Secondo Repubblica, la mossa risponde alla preoccupazione del gruppo statunitense Caterpillar, che ha scritto al governo chiedendo di modificare la norma.
Bocciati invece gli odg dell’opposizione sul ripristino del reddito di cittadinanza e sullo spostamento di fondi dalle spese militari alle risorse per il servizio sanitario. “Lasciare gli indigenti privi di uno strumento come il Rdc significa legittimare lo sfruttamento, alimentando il rischio di infortuni e morti sul lavoro”, la protesta del capogruppo del M5S in commissione Lavoro alla Camera, Dario Carotenuto. “Mentre l’intelligenza artificiale fa passi da gigante, togliere diritti e usare la povertà come forma di ricatto è ripugnante”. Sul secondo fronte Nicola Fratoianni di Avs attacca: “Andiamo ormai verso un’economia di guerra e ci andiamo speditamente” mentre “6 milioni di italiani – un numero mai visto – hanno rinunciato a curarsi, perché non se lo possono permettere e perché il sistema sanitario nazionale non è in grado di rispondere ai loro bisogni”.
La deputata del M5S Chiara Appendino, che aveva presentato un odg su misure a sostegno delle politiche pubbliche integrate di sicurezza urbana, dal canto suo mette il dito nella piaga dell’aumento dei crimini. “Giorgia Meloni e i suoi vivono su un altro pianeta”, dice, perché “per la presidente del Consiglio i cittadini si sentono tutti più sicuri, le baby-gang non esistono, periferie e stazioni sono oasi felici. È vero il contrario. Allora a questa maggioranza diciamo: aprite gli occhi. Nelle periferie i cittadini hanno paura di uscire di casa, nelle città c’è il far west. È lo stesso Viminale a mettere in fila i numeri del fallimento: scippi +8%, rapine +24%, violenze sessuali +34%”.
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