MANCINI: "I fischi dei laziali mi faranno stare più concentrato. Ranieri ha portato serenità, Hummels è un professore. Pellegrini tiene tantissimo alla Roma"

IL TEMPO - Leader della difesa e vicecapitano giallorosso, Gianluca Mancini si è raccontato a 360° sull'edizione odierna del quotidiano, parlando dell'imminente derby capitolino e in generale di questa prima parte di stagione in casa Roma. Queste le sue parole.

Il 2025 inizia con il derby, quali sono le sensazioni in vista di questa partita?

"E' una partita particolare. Non c'è un avvicinamento diverso per ogni derby, ma è una settimana particolare, si sente subito dagli allenamento, è nei pensieri da quando ti svegli fino a quando vai a letto. Durante la giornata pensi "devo stare attento, c'è il derby". L'avvicinamento alla partita ti porta carica e voglia di far bene".

Nell'ultimo derby ha esultato con una bandiera della curva e si sono scatenate polemiche. Che accoglienza si aspetta?

"Se ci saranno fischi saranno normali. Quando sei in campo non ci pensi. Anche nei derby precedenti c'è stato un po' di accanimento nei miei confronti, la vivo in maniera serena. Anzi, mi fa stare più concentrato".

Come ci arriva la squadra?

"Il mister è arrivato e ha portato quella serenità che purtroppo in questo fine 2024 era venuta a mancare. Mi sentivo nervoso, sapevo che non stavo facendo bene il mio lavoro e l'aria dentro lo spogliatoio era pesante. Già guardandolo e vedendolo arrivare dentro lo spogliatoio ci ha fatto buttare un po' giù la tensione e l'aria adesso è positiva. A parte lo scivolone che abbiamo avuto a Como, abbiamo fatto delle partite buone".

Il 2024 è stato un anno particolare. Il primo momento difficile è stato l'esonero di Mourinho...

"L'esonero del mister è arrivato in un momento delicato. Eravamo usciti in Coppa Italia con la Lazio, poi la sconfitta con il Milan. Venivamo da un periodo di emergenza, stavo male ma giocavo perché c'era Smalling infortunato e N'Dicka in Coppa d'Africa. L'esonero del mister è stato inaspettato. Una mattina sono andato a Trigoria e ci hanno comunicato che non era più il nostro allenatore. L'ho aspettato fino all'ultimo per salutarlo perché non riuscivo ad andarmene via. E' stato un saluto abbastanza freddo, eravamo entrambi molto scossi. Però l'ho abbracciato, l'ho ringraziato per quei due anni e mezzo che mi hanno dato una persona e un allenatore splendidi. Nemmeno nei miei sogni da piccolo potevo immaginare di essere allenato da una leggenda come lui".

Dopo Budapest ha fatto bene a rimanere?

"Non lo so. A inizio stagione lo avevo visto carico e sereno. Poi lui ora ha detto questa cosa (di essersi pentito di essere rimasto a Roma, ndr), magari a mente fredda, ripensando a tutto quello che è successo. Però in quei primi sei mesi sembrava tutto normale, anche se non era il solito Mourinho".

(continua)

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