Spettabile CFG, ti scrivo… (Lettera n. 001)
Spettabile CFG, ti scrivo… si rende necessario farlo e questa è la prima lettera che, oltre a pubblicare su Mediagol.it, invieremo ai vertici del City Football Group, dal primo giorno poco presenti e apparentemente “sordi” rispetto alle istanze della piazza di Palermo e alle ambizioni dei tifosi. Siamo sicuri che siano a conoscenza di quello che sta accadendo? Abbiamo lasciato passare del tempo sufficiente, dando fiducia, provando e accogliendo a denti stretti un modello importato e calato dall’alto, figlio di una cultura calcistica e sociale diversa, pur nutrendo molti dubbi insieme a moltissime aspettative. Decidiamo quindi di scrivere pubblicamente e direttamente ai vertici CFG perché evidentemente, visti i risultati sportivi e le conseguenti azioni intraprese negli anni, quindi di gestione societaria, ci sono molte cose che probabilmente da Palermo a Manchester non arrivano o arrivano in modo mediato e non coerente con la realtà dei fatti. D’altronde, se nelle conferenze stampa pubbliche sentiamo ormai da alcuni anni dichiarazioni fotocopia da parte di soggetti indottrinati, spesso noiose e stucchevoli e al limite dell’offensivo per l’intelligenza media comune, dove risultati negativi vengono tradotti come grandi traguardi “prestativi” e “consolidanti”, non osiamo immaginare i report che inviano da Palermo e le riunioni con chi comanda nel CFG dove probabilmente il club rosanero si auto descrive eccellente sul metro dell’ottimo marketing con Dua Lipa e Jason Momoa, tra grandi complimenti e reciproche pacche sulle spalle tra manager. Chi ci mette la faccia a fine stagione? Nessuno. Al massimo i temibilissimi giornali sportivi palermitani si devono accontentare di un bel video confezionato dal nascituro Media Unico in cui il Palermo intervista il Palermo, si autocritica timidamente mentre si autoassolve, e in cui fondamentalmente ci spiega quanto sia figo essere Palermo, soprattutto in futuro. I giornalisti e i giornali ridotti ad un contorno, ma con cordiali e sempre graditi auguri di Natale che a noi stampa fa sempre piacere essere invitati e brindare in contesti così esclusivi. Il primo ragionamento che vogliamo condividere è che Palermo non è Manchester e mai lo sarà. Lo diciamo con massimo rispetto. La nostra è una città solare, piena di cultura e gente allegra, storicamente sempre accogliente, addirittura a volte anche ospitale con chi nei secoli è approdato in Sicilia per colonizzare. Siamo italiani, per giunta del Sud, e quindi proviamo a regalarci comprensione reciproca per le nostre differenze. Una gestione aziendale glaciale, che guarda principalmente ai numeri, come quella portata avanti finora, si pone completamente all’opposto rispetto alla natura stessa del contesto, di una città a volte imprevedibile, selvaggia e irrazionale, risultando a volte fuori luogo: la perfezione comunicativa stride con i risultati sportivi; la gestione blindata della stampa stile Juventus o gli orari milanesi per entrare e uscire da Torretta stride con l’inconsistenza e decadenza della maggior parte della stampa locale stessa, e tra questi ci mettiamo anche noi; la ridente e periferica Torretta stride con il fighissimo e internazionalissimo Palermo CFA, ovvero City Football Academy; il costo dei biglietti di curva, più che raddoppiati in pochi anni (solo che alcuni anni fa con 5-10 euro andavi a vedere Miccoli, Amauri, Dybala e Cavani in Serie A, mentre oggi con 21 euro più prevendita ti godi lo spettacolo indecoroso con Le Douaron, Henry ed altri carneadi); il costo delle bellissime maglie ufficiali vendute uno sproposito, quanto quelle del Manchester, stride con i problemi di una delle città più povere d’Italia dove manca il lavoro, ma si vive comunque di pane e calcio. Dove si scende in piazza contro un presidente di calcio che ha regalato gioie e dolori, piuttosto che contro una classe politica che affama e toglie il pane. Dove è finita l’anima del Palermo? Dove sono finite le “ali e le radici”, valori fondanti voluti dal presidente Dario Mirri, garante della rinascita e del riscatto di una città attraverso il calcio? Oggi più di ieri avremmo bisogno di visione, valori ed entusiasmo. Di quella capacità di fare calcio con quattro lire e tanto amore, piuttosto che con freddi milioni spesi e amministrati male. Finché si vince si ha sempre ragione e si nasconde la polvere sotto il tappeto, si zittiscono le voci critiche, si silenziano i “nemici della contentezza”, ma purtroppo, per voi e per noi, oggi non è questa la condizione. Il malcontento è generalizzato. E lasciateci dire che siete in trend negativo da tempo rispetto alle nostre comuni e frettolose aspettative. Forse, guardando bene, arrancate in quasi tutto il mondo e magari bisognerebbe un attimo mettersi in discussione. Forse dal modello Palermo avreste potuto imparare qualcosa, approcciandovi con maggiore umiltà. Caro CFG, ti assicuriamo che è nelle nostre intenzioni essere tuoi amici e che questa lettera vada letta con spirito costruttivo. Non facciamo che fate i permalosi? Il punto è che se davvero siete così meticolosi e precisi nel lavoro, se davvero siete i numeri uno a programmare, se davvero questo metodo di gestione globale è il modello migliore in assoluto, allora non si spiegano questi continui fallimenti sportivi in varie parti del globo. O il modello non funziona, quindi riconoscete di aver sbagliato qualcosa, oppure dobbiamo pensare che il modello funziona, in piena consapevolezza, dunque avete programmato appositamente per andare male e lasciare tutti scontenti. E i numeri? Questi benedetti numeri che vi vantate di guardare continuamente per fare le vostre valutazioni, oggi non vi dicono nulla? Questa lettera, così come le prossime che pubblicheremo, non pretende una risposta. Vivetela un po’ come l’auto-intervista di fine stagione che vi auto-concedete: c’è e va ascoltata a prescindere dai giornalisti assenti e dalle mezze critiche presenti. Ci sarebbero un’infinità di altri temi di cui parlare, a partire dalla gestione discutibile di alcuni casi, Brunori su tutti, oltre che dei numerosi e ripetuti errori di calciomercato che al posto di mettere sulla graticola chi ha sbagliato, qualcuno l’avete pure promosso. Ma fermiamoci qui. Da Mediagol per oggi è tutto. Continua…