Acca Larenzia, rimossa la targa in ricordo di Recchioni. FdI: teppismo istituzionale firmato Comune di Roma
La sinistra termina l’anno in maniera indegna. A pochi giorni dalla commemorazione annuale del 7 gennaio 2025 per le vittime della strage di Acca Larentia del 1978, la targa firmata “i camerati” che era lì da molti anni e che è stata ricollocata a seguito dei lavori di ristrutturazione dell’edificio è stata rimossa. La targa ricorda Stefano Recchioni, uno dei tre militanti di destra uccisi in quegli eventi sanguinosi. Ciò che è accaduto in questi giorni ripugna alla coscienza e alla grammatica elementare della pietà umana. E’ accaduto che Enzo Foschi, il segretario del Pd di Roma abbia urlato “all’ennesima provocazione fascista”. “Abbiamo già chiesto al Comune di rimuoverla – aveva fatto sapere Foschi che, attraverso le agenzie, ha reso noto un’altra richiesta. “Chiediamo al ministro dell’Interno Piantedosi di vietare lo scempio dei saluti romani ad Acca Larentia”. Gli ha fatto eco il minisindaco dem del municipio VII, Francesco Laddaga: “Ci uniamo alla condanna del Pd di Roma e di tanti cittadini che ce l’hanno segnalato. Le targhe si mettono di giorno, con i permessi e con le cerimonie pubbliche. Abbiamo sentito il Gabinetto del Sindaco che ci ha assicurato una rapida rimozione”.
Acca Larenzia, la rimozione della targa commemorativa da parte del Comune di Roma
E così è stato. I “gendami” della memoria hanno allertato l’ufficio decoro del Comune di Roma e su indicazione del sindaco e del presidente del municipio, ha provveduto alla rimozione della targa. Esiste un limite umano, una pietas che l’odio della sinistra ha oltrepassato abbondamentemente. Esprime bene questo sentimento Carlo Fidanza dai suoi profili social.
Fidanza: “Teppismo istituzionale firmato Comune di Roma”
“Mancano ancora parecchi giorni all’anniversario della strage di Acca Larentia. E da sinistra già comincia il teppismo istituzionale, firmato Comune di Roma, contro la memoria di tre giovani martiri innocenti. Ammazzati perché missini. Ma si rassegnino lorsignori, finché avremo fiato il ricordo di quei martiri vivrà. Non per nostalgismo o folklore, ma per amore dell’Italia”, scrive il capodelegazione di FdI al parlamento europeo. Si può definire “abusiva” una targa funebre che commemora una ragazzo morto? Già la semplica definizione usata dalla sinistra e giornaloni affini per chiederne la rimozione è agghiacciante. Assurdo averla ottenuta.
De Priamo: “La sinistra dà ordini agli uffici del decoro urbano alzando la tensione”
Il comportamento della sinistra grida vendetta. Il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo è sconcertato: “Il Pd romano, in buona compagnia dell’Anpi ha iniziato da giorni una irresponsabile campagna volta a far salire la tensione in vista della ricorrenza della strage di Acca Larenzia. Lungi dall’avanzare una riflessione su quei terribili anni, e sul fatto in particolare che quelle tre vittime, alle quali si dovrebbe aggiungere il papà di Francesco Ciavatta che per il dolore si suicidò ingerendo acido muriatico, la sinistra capitolina si erge a giudice insindacabile. Sostituendosi agli organi preposti all’ordine pubblico che hanno la competenza per valutare se e quando vietare una manifestazione. E addirittura dà ordini – afferma De Priamo- in perfetto stile sovietico, agli uffici del decoro urbano di rimuovere una targa in realtà lì da molti anni. Compiendo quindi un gesto consapevolmente atto ad alzare la tensione ed esacerbare gli animi”.
“Il Pd fa passi indietro rispetto agli anni di Veltroni”
Il senatore chiede buon senso. “Chiediamo al Pd di non utilizzare una data così tragica per speculazioni o schermaglie politiche. Ma, al contrario, di lavorare insieme a tutte le altre forze politiche affinché, anche se sono passati più di quaranta anni, possa essere trovata, se non una verità giudiziaria, almeno una verità storica rispetto a chi furono i responsabili e i mandanti di una strage, che segnò un drammatico spartiacque nei cosiddetti anni di piombo” . Incalza De Priamo: “Perché quei crimini sono rimasti senza un colpevole? Perché non si è indagato fino in fondo? Possibile, inoltre, che non si riesca ad imparare la lezione di quegli anni e a promuovere una memoria condivisa affinché quegli anni e quella violenza politica non possano mai più tornare? Questa sinistra torna indietro rispetto agli anni di Veltroni che seppe compiere passi importanti da questo punto di vista. Facciamo quindi appello al sindaco Gualtieri perché si adoperi per un rasserenamento del clima e per un adeguato ricordo della strage di Acca Larenzia e delle sue vittime ancora senza giustizia”.
Targa in ricordo di Stefano Recchioni rimossa: Pd e Anpi ordinano e il Campidoglio esegue
Ringhiare alla memoria di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni contiene qualcosa di ancora più sciagurato, se è mai possibile: la reazione del Pd e dei sinistrati vari al cospetto di giovani vite spezzate. Una sinistra che intende decidere modi, forme e tempistica con cui ognuno può ricordare chi gli è caro. Il Pd in questa vicenda ha perso il senno e l’umanità. Antifascisti con la bava alla bocca. Come l’europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo: «La città di Roma non merita quelle grida sguaiate, quei saluti romani che il 7 gennaio ci diranno ancora un volta che questo governo strizza l’occhio ai nostalgici», dice, portandosi già avanti, al 7 gennaio. Anche l’Anpi addirittura una settimana fa si era portato avanti: «Mancano pochi giorni al 7 gennaio. Per Roma è una giornata da incubo. Il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo e molti politici dell’opposizione hanno chiesto a Piantedosi di impedire la manifestazione, al momento senza aver ricevuto riscontri».
Il ricordo di Stefano, dei ragazzi di Acca Larenzia, e di tutti gli altri martiri, vittime di un assurdo odio politico che qualcuno vorrebbe riattizzare, sarà eterno, a prescindere dalle targhe. Ma eterna sarà la ripugnanza nell’utilizzare quelle tre giovani anime per polemiche antigovernative.
Superato ogni limite di umanità: la sinistra termina l’anno in maniera indegna
Gratta gratta siamo lì. Pd, Anpi e tutto il sinistrume vorrebbero mettere fuori legge la memoria di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. Morti di serie b per loro, sui quali non fingono neanche di esercitare un barlumne di pietas. L’alibi di evitare la “pericolosa adunata neofascista” è ridicolo. Una sinistra afona in occasione delle guerriglie urbane scatenata dalla sinistra estrema nelle piazze e nelle università; una sinistra indulgente di fronte alle città messe a ferro e a fuoco e agenti feriti in nome della Palestina libera vorrebbe farci credere che una targa comemmorativa destabilizzi il buon vivere civile. Se tutta questa danza macabra messa in atto dalla sinistra a 7 gennaio ancora di là da venire ha come obiettivo Palazzo Chigi e la destra istituzionale e politica siamo alla vergogna pura. “Non è accettabile che a oltre quarant’anni dai fatti di Acca Larentia si rifiuti ancora e con tanta veemenza ogni sforzo di costruire una memoria condivisa. Le reazioni conseguenti alla riapposizione della targa contribuiscono solo ad alimentare rinnovati fiumi d’odio e sacche di estremismo che semplicemente vorrebbero cancellare la storia e la memoria. Così chiosano la triste vicenda il consigliere capitolino della Lega Maurizio Politi e Pamela Strippoli, capogruppo in Municipio VII.
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