La storia. Il “miracolo” di Jacinta rafforza la lotta contro il traffico di esseri umani
Molti l’hanno descritto come un miracolo, quello di Jacinta, la bimba di undici anni originaria della Sierra Leone, unica sopravvissuta, lo scorso 11 dicembre, al naufragio di una barca salpata da Sfax, Tunisia, in direzione di Lampedusa. Dai racconti, sarebbero stati almeno in 40 su quel barchino: tutti dispersi nelle acque gelide del Mediterraneo, compreso suo fratello maggiore, che era partito con lei. Jacinta, invece, è rimasta in balia del mare finché, alle 3 e 20 del mattino, è stata soccorsa e portata a bordo della Trotamar III, la nave della Ong tedesca CompassCollective.
La visita umanitaria di Sara Kelany
In effetti le sue chance di sopravvivere in quelle condizioni non erano molte. Eppure la sua tenacia l’ha tenuta agganciata alla vita. La speranza fatta a forma di due tubi di gomma e uno pneumatico, per ore l’ha trattenuta a galla salvandola dall’abisso. Ora è affidata alle cure amorevoli degli operatori di un comunità protetta nel trapanese, dove sono ospitate in tutto nove ragazzine. Sara Kelany, deputato di Fratelli d’Italia, qualche giorno fa si è recata nel centro per abbracciarla personalmente. Racconta che ciò che colpisce più di lei è il sorriso. Un sorriso grato e riconoscente. Ma anche lo sguardo, che a tratti si assenta, rapito dai pensieri.
Ora Jacinta, che viene da una famiglia cristiana, sogna di incontrare Papa Francesco. Studierà l’italiano e inizierà un percorso scolastico. In futuro, potrebbe essere affidata ad una famiglia che vorrà prendersene cura. La storia di Jacinta, il dolore impresso nei suoi occhi, ci ricordano che nessuno dovrebbe prendere il largo stipato a bordo di barche fatiscenti, riempite da trafficanti senza scrupoli spinti dalla sete di denaro. Cooperare con le nazioni africane per bloccare le partenze e creare ricchezza e sviluppo nei Paesi d’origine è il modo più efficace per smontare il business dell’immigrazione clandestina gestito dalle organizzazioni criminali.
Mai più tragedie come questa
Solo così si possono scongiurare tragedie come quelle di cui Jacinta porta i segni. Perché in quel tratto di mare che collega l’Africa all’Europa e che dal 2014 ha inghiottito oltre 24mila vite, miracoli come il suo accadono solo di rado. Sono i numeri a dire chiaramente che alla netta diminuzione degli arrivi irregolari sulla rotta del Mediterraneo Centrale nel 2024 rispetto al 2023 è corrisposto un calo del numero dei morti e dispersi: quasi mille in meno rispetto allo scorso anno secondo le stime dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM).
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