Rimini, il centrodestra sta col carabiniere, da “eroe” a indagato. Sinistra muta. Bignami: vicini all’Arma

Siamo alle solite, quando si tratta di prendere posizione sull’operato delle forze dell’ordine in condizioni di emergenza, il centrodestra di dimostra e di chiara solidale con i nostri uomini in divisa, mentre dal Pd si tace eloquentemente. Un mutismo selettivo, quello dei dem sulla vicenda di Rimini che ha dell’incredibile e che indigna l’opinione pubblica, sollecita, tra i vari, il leader leghista Matteo Salvini a intervenire con la sintesi e la veemenza che lo contraddistingue. Tanto da dichiarare dal suo profilo Instagram un esaustivo: «Eccesso di difesa? Non scherziamo, semmai quel Carabiniere (come la stragrande maggioranza degli italiani) sta esercitando un “eccesso di pazienza”, arrivando poi ad una sacrosanta legittima difesa».

Rimini, egiziano accoltella 4 persone. Carabiniere spara e lo uccide: indagato. Il centrodestra insorge e il Pd tace

. IMa Salvini non è il solo. Non per niente nelle ultime ore sono piovuti a raffica post e dichiarazioni provenienti dagli esponenti dell’alleanza di governo in favore del carabiniere. Un uomo dell’Arma in servizio nella calda notte di capodanno, intervenuto per fermare un nordafricano di 23 anni responsabile di cinque accoltellamenti la sera del 31 dicembre. E che oggi si ritrova indagato per eccesso di legittima difesa dopo essersi visto minacciare dal cittadino egiziano, che non si sarebbe lasciato intimidire dagli avvertimenti. Ma che stando alle ricostruzioni della vicenda, sarebbe avanzato con fare minaccioso verso il militare, sempre armato di coltello e intenzionato a colpirlo.

Morrone (Lega): «Incredibile silenzio dei vertici Pd, ultra-garantisti solo con gli stranieri»

E allora, in queste ore più che mai stride il silenzio del Pd targato Schlein, che ferisce quanto la lama sferrata dal nordafricano. E su cui poco fa, tra gli altri, è intervenuto con una nota una nota il parlamentare della Lega Jacopo Morrone, che sulla sica di Salvini, e tra le tante osservazioni, sulle prime ha sottolineato: «Il pesante silenzio del Pd, dei presidenti della Regione Michele De Pascale e della Provincia Jamil Sadegholvaad, sul grave caso di Verucchio, stupisce ma conferma la difficoltà del partito di Elly Schlein a uscire dall’ideologia immigrazionista. Ultragarantista solo nei confronti dei migranti. Incapace di affrontare realisticamente fatti di cronaca anche gravissimi, che vedono al centro soggetti di origine straniera».

«Una resa dello Stato di fronte alla violenza e all’intimidazione?»

E ancora. «È lecito presumere che i vertici locali del Pd aspettino l’appiglio, anche nel caso di Verucchio, per giustificare in qualche modo l’aggressore egiziano? Lo vedremo», aggiunge Morrone. Che poi a stretto giro rileva: «Ciò che preoccupa è l’humus cultural-religioso dove si è sviluppato l’atto violento perpetrato dall’egiziano: sarebbe intollerabile, infatti, che soggetti di origine straniera si sentissero autorizzati a manifestare minacciosamente a favore del presunto accoltellatore o, peggio, come accaduto a Milano di recente nel quartiere Corvetto, tentassero di aggravare la situazione sicurezza puntando in un’immunità generalizzata del tutto ingiustificata. Perché potrebbe essere interpretata come una resa dello Stato di fronte alla violenza e all’intimidazione».

Bignami (FdI): «Vicinanza all’Arma dei carabinieri»

Con il sospetto che poi, adombrato nelle ultime righe della nota, Morrone evidenzia con grande chiarezza: «Prima o poi il fatto di cronaca cadrà nel dimenticatoio così Pd e alleati potranno continuare a diffondere i propri fervorini pro-immigrazione selvaggia e non regolata e di negazione del problema sicurezza»… Ma Morrone, come anticipato, non è certo il solo ad essere intervenuto in queste ore febbrili di evoluzioni e involuzioni sulla vicenda del Capodanno riminese. Un nodo nevralgico tutto da sciogliere, su cui Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha opportunamente sottolineato: «In relazione a quanto avvenuto a Rimini la notte di Capodanno, stiamo seguendo con attenzione la vicenda nel rispetto degli accertamenti giudiziari doverosamente in corso».

«Evidente che il carabiniere ha dovuto rispondere alla minaccia per assicurare l’incolumità sua e delle persone in pericolo»

E rimarcando a chiare lettere vicinanza e solidarietà al militare coinvolto nel caso, asserendo a stretto giro: «Da quanto noto, risulta evidente il fatto che il carabiniere si è trovato nell’esigenza di rispondere alla minaccia incombente per assicurare l’incolumità sua e di tutte le persone esposte al pericolo in essere. Come precisato nel corso di una telefonata intercorsa con il comando provinciale di Rimini, esprimo la più convinta vicinanza all’arma dei carabinieri, sicuro della professionalità e preparazione che le donne e gli uomini delle nostre forze dell’ordine quotidianamente dispiegano al servizio della sicurezza di tutti gli italiani», ha tenuto a ribadire l’esponente di FdI Bignami, capogruppo alla Camera.

Bignami su Rimini e il carabiniere indagato: «Seguiamo con attenzione gli sviluppi della vicenda»

Congedandosi asserendo con nettezza: «Seguiamo con attenzione gli sviluppi della vicenda riservandoci, ove necessario, di intervenire anche in sede legislativa qualora l’attuale normativa non garantisca piena operatività e tutela alle nostre forze dell’ordine, nell’esercizio delle loro funzioni e competenze. Le quali devono essere da loro svolte con la concreta convinzione che lo Stato è dalla loro parte». «Se necessario cambieremo le norme per garantire la piena operatività e tutela delle forze dell’ordine», è stata la conclusione di Bignami.

Rimini, Ambrosi (FdI) propone la «medaglia per il carabiniere che ha reagito all’accoltellatore»

Un punto a cui si è appellata anche Alessia Ambrosi, deputata di Fratelli d’Italia, che in linea con Bignami ha rimarcato sulla vicenda, andando anche oltre: «Propongo una medaglia per il carabiniere che a Rimini, reagendo a un assalitore che aveva accoltellato e ferito cinque persone, si è trovato costretto ad ucciderlo, dopo aver peraltro sparato una serie di colpi di avvertimento. Un sottoufficiale da tutti conosciuto per la sua prudenza e per il suo scrupolo professionale che adesso si ritrova indagato per eccesso colposo di legittima difesa».

Dalla parte del carabiniere e di tutte le persone in divisa

Aggiungendo inoltre: «Si dirà che l’iscrizione nel registro degli indagati debba essere vista come un atto a sua tutela, ma la cosa non sta comunque né in cielo né in terra. Si tratta di un’aberrazione concettuale inaccettabile in uno Stato di diritto, dove per diritto dovremmo intendere il diritto delle persone perbene di potersi difendere e non il diritto dei delinquenti e dei criminali a poter fare il loro comodo terrorizzando e accoltellando le persone per strada – aggiunge Ambrosi –.

Che, «dalla parte del carabiniere e di tutte le persone in divisa che operano e lavorano al nostro fianco per garantire la nostra sicurezza», sottolinea in calce come «la tragica vicenda accaduta a Rimini non può peraltro essere ridotta a semplice fatto di cronaca». Evidenziando come «il carabiniere in questione merita il nostro più totale encomio, non solo per aver risposto con professionalità alla minaccia, ma per aver messo a rischio la propria vita per garantire la nostra sicurezza. Dietro ogni uniforme c’è una persona, un padre, una madre, un figlio, che ogni giorno rischia la vita per tutti noi. A loro va il nostro più sincero e sentito ringraziamento, e la nostra ferma volontà di difendere la loro operatività e il loro ruolo essenziale nella nostra società», ha concluso la deputata di FdI.

Tosi (FI): «Vicinanza al carabiniere che si trova indagato per aver salvato vite»

Una linea, quella di FdI e Lega, sposata anche da Forza Italia, che con l’intervento dell’europarlamentare Flavio Tosi, asserisce con nettezza: «Solidarietà agli aggrediti e vicinanza al carabiniere che ha salvato vite, ma ora si trova ingiustamente indagato per eccesso di legittima difesa». Affermando contestualmente che «è evidente, lapalissiano che il carabiniere ha adempiuto al suo dovere e ha dovuto sparare per difendersi. Difendere i suoi colleghi e fermare un potenziale assassino che in poche ore aveva accoltellato per strada con un lama da 22 cm e rischiato di uccidere quattro persone».

«È di tutta evidenza che qui ci sono tutti i crismi della legittima difesa»

«Eppure – prosegue Tosi nella sua disamina degli eventi – adesso il carabiniere si trova indagato e dovrà nominarsi e pagarsi un avvocato difensore. Una beffa. Uno scandalo. La procuratore capo di Rimini dice che è un atto dovuto? Ma figuriamoci… È di tutta evidenza che qui ci sono tutti i crismi della legittima difesa, altro che eccesso. Non vorrei che ci fosse il solito pregiudizio ideologico contro le forze dell’ordine di alcuni magistrati…».

Le forze dell’ordine con le mani legate? Una vergogna…

«Forze dell’ordine che – chiosa l’europarlamentare azzurro – rischiano la vita, ma spesso hanno le mani legate perché, magari per eccesso di zelo di qualche magistrato, sanno che rischiano un processo anche se semplicemente fanno il loro dovere in situazioni di oggettivo pericolo per la loro incolumità. O per l’incolumità dei cittadini. Sono degli eroi, ma rischiano processi. E di doversi pagare spese legali altissime rispetto ai loro stipendi. È assurdo e scandaloso. Una vergogna». Ai posteri e ai giudici, l’ardua sentenza

 

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