Bologna, sindaco Lepore nella bufera, card cultura in omaggio ai dipendenti con offesa criptata: “Stupido cogl…e”

Bologna, sindaco Lepore nella bufera: card cultura in omaggio ai dipendenti con offesa criptata incorporata: “Stupido cogl…e”… L’enigma del codice della card cultura con insulto intrinseco tutto da decriptare scatena l’inferno nelle stanze del Comune di Bologna. Cifre e lettere apparentemente assemblate a caso – modello algoritmo che detta le regole – sono in queste ore all’esame e all’indice del sindacato Sgb, che ha denunciato lo strano caso di un cadeau dell’amministrazione locale con offesa annessa: una vicenda che sta travolgendo nella bufera di accuse e insulti il “virtuoso” comune bolognese.

Bologna, il sindaco Lepore nella bufera: regalo con insulto del Comune?

La storia (breve ma intensa) è presto riassunta. E a farlo tra i primi ha provveduto il Corriere della sera che sul suo sito online riferisce: «Il regalo in questione è una Card Cultura per il 2025 che, con lettera di accompagnamento, il sindaco Matteo Lepore ha assegnato al personale: “Non solo un segno di gratitudine per il tuo lavoro – il messaggio d’accompagnamento alla Card –. Ma anche un invito a diventare testimone della cultura bolognese, esplorando, valorizzando e condividendo la ricchezza del nostro patrimonio culturale. Grazie per il tuo impegno quotidiano e buon divertimento con la tua Card Cultura“».

Il messaggio criptato digitando il codice per attivarla nasconderebbe l’offesa

Il tributo con riconoscimento istituzionale è chiaro. Ma la domanda sorge spontanea: dove risiederebbe l’insulto connesso cripticamente incorporato? La domanda sorge spontanea. E la risposta potrebbe annidarsi – ma l’uso del condizionale è d’obbligo fin tanto che la vexata quaestio non sarà risolta e definitivamente esplicitata – nella password d’accesso all’ambito cadeau. Proprio così, perché sempre in base a quanto scrive e riferisce il Corsera, «l’insulto sarebbe celato nella password criptata per l’attivazione della stessa Card, ha spiegato Massimo Betti di Sgb».

L’omaggio al personale con “insulti in codice”: l’ira del sindacato e delle opposizioni

Ossia in quel codice numerico-letterale, che recita: «27UP1d0c0c091ion3», una sequenza “incriminata” in cui – riporta sempre il sito di via Solferino citato – «sostituendo lettere graficamente o foneticamente simili ai numeri, comparirebbero le parole “stupido coglione“. Un insulto mimetizzato e criptato, ma non ben nascosto per chi ha saputo leggere tra le righe, e che ha spinto il sindacato di base di cui sopra a richiedere le «pubbliche scuse del sindaco ai suoi dipendenti».

Bologna, sindacato e non solo contro Lepore: «Ora il sindaco ci chieda scusa»

Invocando contemporaneamente risoluzioni tempestive affinché «modifichi immediatamente il codice. Si assuma la responsabilità di questa vergogna. Prenda provvedimenti nei confronti dei suoi dirigenti, senza fare alcun scaricabarile. E, soprattutto, abbia un rigurgito di democrazia e permetta che i dipendenti comunali possano esprimersi con un referendum sul proprio contratto integrativo, esattamente come la stessa Cgil chiede giustamente a Meloni per il contratto nazionale delle Funzioni centrali».

«Caro Lepore, i dipendenti comunali saranno pure cogl**ni ma non così stupidi da non decifrare il codice alfanumerico»

Un «fatto grave», sottolinea il Corriere, sul quale sono subito intervenuti anche tutti i partiti di minoranza a Palazzo D’Accursio. Uno stratagemma ingegnato, ad hoc, con cui «viene da pensare che con il codice 27UP1d0c0c091ion3 il sindaco e i suoi dirigenti abbiano voluto esultare per avere portato a casa un integrativo al massimo ribasso facendo fessi i loro dipendenti, che si sono dovuti bere la propaganda totalmente mistificatoria fatta dai sindacati firmatari», accusano da Sgb. Che poi, su tutte le furie, aggiungono anche: «Caro Lepore e cari dirigenti, i dipendenti comunali saranno pure dei cogl**ni ma non così tanto stupidi e sprovveduti da non riuscire a decifrare il codice alfanumerico in social slang, tacere e accettare la beffa della sua lettera».

Bologna tutti contro il sindaco Lepore: ira di sindacato e opposizioni

Una beffa messa nera su bianco, in cui stando alla fonte citata si leggerebbe in una mail firmata dallo staff Benessere organizzativo dell’area Personale e organizzazione di Palazzo D’Accursio: «Al momento del pagamento inserisci il codice promozionale alfanumerico univoco 27UP1d0c0c091ion3 nel campo “Codice sconto” e clicca su “inserisci codice sconto” per azzerare il prezzo della Card». Un costo pari a 25 euro. Una modica cifra che, incalza il sindacato che sulla vicenda ha dichiarato battaglia, equivarrebbe al «significativo aggettivo indirizzato ai dipendenti comunali», è l’attacco del sindacato, che ha anche aggiunto come la Card Cultura sia «di fatto l’unica forma di welfare prevista dal vergognoso contratto integrativo firmato da Cgil e affini. E approvato da solo il 10% dei dipendenti»…

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