Binaghi: “Nadal di gran lunga il migliore di tutti, Djokovic il pallettaro più forte al mondo”
Per il tennis italiano è stato un anno indimenticabile, storico. Ben nove giocatori sono nella top 100 al mondo, Sinner è il numero 1 al mondo e ha giocato una stagione al limite della perfezione; la vittoria della Coppa Davis e della Billie Jean King Cup. Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, si è raccontato a ‘La Nuova Sardegna’, parlando della sua vita tennistica e del 2024.
D: Che giocatore era Binaghi?
“Ero un pirata, facevo delle incursioni a rete anche azzardate. Mi piaceva il serve and volley, anzi, per dirla tutta, era l’unico schema che potevo permettermi con il mio fisico. Non ero esattamente il massimo della prestanza e dell’atletismo, perché studiavo e mi potevo allenare molto meno degli altri. All’epoca i miei giocatori preferiti erano John McEnroe, Stefan Edberg Yannick Noah, tutta gente che a rete aveva una discreta mano“.
D: Domanda scontata, così come la risposta. Ora qual è il suo tennista preferito?
“E vabbè, cos’altro potrei dire? Naturalmente è Sinner. Senza dubbio il numero 1 al mondo, con una superiorità rispetto agli avversari che in questo momento è sotto gli occhi di tutti“.
D: Ci racconti del suo primo incontro con Sinner, se lo ricorda?
“Ci siamo visti negli spogliatoi durante la Next Generation degli Atp Finals del 2019. Lui è stato il primo italiano a vincere questa competizione, e così sono andato a congratularmi. Mi ha colpito per l’educazione e per la semplicità. In campo si vedeva già il suo enorme valore, da un punto di vista tecnico era di altissimo livello. Però doveva ancora colmare alcune lacune fisiche, era un po’ acerbo. Mi ricordava un po’ Venus Williams: potenzialità incredibili, ma difficoltà atletiche nel coprire il campo. Ora negli spostamenti è un razzo, ha migliorato il servizio e anche a rete è incisivo“.
D: Avrebbe scommesso su di lui? Pensava che potesse diventare il numero 1?
“Era il periodo in cui Alcaraz era esploso, e tutti erano fissati con lo spagnolo. Spettacolare, solido, rapidissimo, grintoso. Ma a quelli
che dicevano, magari averne uno così in Italia, io rispondevo: tutta la vita Sinner. Dategli tempo, e ne riparliamo. E anche quando tutti ne hanno detto peste e corna perché decise di non disputare la Coppa Davis, io l’ho difeso con il coltello tra i denti. Lasciatelo in pace, fatelo allenare con serenità: i risultati arriveranno. Sinner ha qualcosa di speciale“.
D: Alcuni lo criticano per essere troppo serioso, per non lasciarsi andare. Però nell’intervista con Chiambretti a Super Tennis ha mostrato anche il lato scherzoso e divertente del suo carattere. Com’è Sinner fuori dal campo?
“Guardate che è un ragazzo simpaticissimo. Non è un caso che la gente gli voglia così bene e sia un modello positivo per lo sport e per i ragazzi. E che a lui di stare davanti a un microfono o a una telecamera, non gliene può fregar di meno. Anche in questo è poco italiano. Certi suoi colleghi farebbero a gara per partecipare a
certe trasmissioni. A lui ce lo devi portare con la forza. Chiedetelo a quelli di Porta a Porta quante volte lo hanno invitato, oppure a Sanremo. Niente: a questo ragazzo di apparire non gliene frena niente. Poi, le poche volte che finisce in Tv, come con Chiambretti, buca lo schermo, perché è spontaneo e sorridente, e si fa voler
bene“.
D: Io le faccio un nome, lei mi dice cosa ne pensa. Partiamo con Berrettini.
“Un grande leader, un trascinatore assoluto. Il giorno che smetterà di giocare, e spero sia il più tardi possibile, io lo vedo benissimo come capitano della nazionale, nel ruolo che ora ha Volandri. E stato capace di motivare i ragazzi nella scorsa Coppa Davis dalla panchina, quando non ha potuto giocare, e quest’anno è stato assoluto protagonista. Un carisma che non è da tutti”.
D: Jasmine Paolini.
“Ecco, se devo essere sincero, quella sulla quale nessuno avrebbe scommesso un centesimo che avrebbe fatto risultati così straordinari, compreso il sottoscritto, è proprio lei. E invece ci ha smentito tutti, e sono molto fiero di questa ragazza. E’ stata la più grande sorpresa del 2024, ancora più di Sinner. Ha un grande talento che le consente di tenere testa ad avversarie molto più prestanti di lei, e poi ha tecnica e senso tattico. E un allenatore eccezionale che l’ha fatta crescere di anno in anno“.
D: Rafa Nadal.
“Il migliore di tutti, di gran lunga, soprattutto fuori dal campo. In 24 anni l’ho incrociato tante volte, tra un torneo e l’altro. E Nadal è davvero un tennista speciale: un vero signore, educato, amatissimo dai tifosi, uno che ha dato tantissimo al tennis e ha fatto appassionare generazioni. Secondo me ancora più di Federer, che di persona, per mia esperienza, non ha la stessa gentilezza e simpatia di Nadal. E stesso discorso per Djokovic: certamente il pallettaro più forte del mondo, ma che secondo me non ha lo spessore sportivo e umano di Nadal“.
D: La partita che l’ha fatta emozionare di più?
“Ce ne sono diverse, ma se devo proprio scegliere, il momento più commovente è stato a Parigi in occasione del Roland Garros, quando
Sinner è diventato numero uno al mondo. In quel momento si scriveva la storia: Jannik è stato il primo italiano a riuscire in questa impresa”.
D: Lei ancora gioca a tennis? Cos’ha di speciale questo sport?
“Ogni tanto, compatibilmente all’età e agli impegni, prendo la racchetta in mano e faccio qualche doppietto. Il tennis d’altronde è lo sport che allunga di più la vita, ti regala almeno dieci anni e non lo dice Binaghi, lo dicono gli studi scientifici. E poi i giochi con la palla sono in assoluto i più divertenti: per me il basket se si parla di giochi di squadra, e il tennis tra gli individuali. In più il tennis ti dà una bella scorza, ti insegna a prendere decisioni rapide, ti fa crescere in termini di responsabilità. Per i bambini è una palestra di vita eccezionale”.