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I look di Diletta Leotta, liberi e senza limiti

Ché poi Diletta Leotta potrebbe andare in onda non dico in pigiama, ma anche in tuta oversize e resterebbe la donna più sexy che la tivù italiana abbia mai avuto. Qualcuno, per carità, glielo faccia sapere. Invece ogni volta che entra in campo piovono critiche, chiacchiere e post crudeli sui suoi outfit spericolati: dalla pin up alla cubista passando per la cheerleader li ha provati un po’ tutti finendo per innervosire perfino gli uomini. Ma poiché Diletta se ne frega e l’Italia non è l’Iran (addio, Raisi), al pre-partita di ieri sera su Dazn e poi alla festa per lo scudetto dell’Inter a San Siro si è presentata vestita come si vestirebbe oggi la sua figlia adolescente se ne avesse fatta una a 15 anni (ne ha solo 32): con un body trasparente marrone super sgambato che lasciava intravedere non solo il reggiseno nero sotto, ma soprattutto i fianchi e il muscoloso lato b che guizzava davanti alle telecamere appena si metteva di profilo. Con il risultato che a ogni inquadratura si indovinava lo steward 00091 infilare lo sguardo perso sul suo didietro mentre gli intervistati (soprattutto Ligabue e poi Tananai) indugiavano volentieri ora sul suo décolleté ora su quel che emergeva dai pantaloni cargo scelti apposta di una misura in più per… enfatizzare il contrasto volumetrico. E per fortuna che c’era la Leotta in vedo non vedo/vedo benissimo a scaldare gli animi perché il party dello scudetto rischiava di essere rovinato se anche Dumfries non avesse evitato la sconfitta con la Lazio con un goal di testa all’89’.

Meglio un Diletta show che niente, a quel punto. Anche perché la tendenza imperativa dell’estate resta il body sgambatissimo anni Ottanta e Miss Leotta neanche è iscritta all’ordine dei giornalisti quindi nessuno dovrebbe neanche permettersi di accusarla di presentarsi allo stadio in tenuta da intrattenimento e non da informazione. Questo anche se lei è la front woman di Dazn e sebbene sui social questa mattina si siano scatenati i commenti sui suoi outfit fuori luogo.

Emancipazione, liberazione, riappropriazione: mostrare il corpo in televisione è ancora un atto politico? Ce lo chiediamo in maniera innocente perché quest’anno è tornato prepotente il nude look sui red carpet ma anche alle sfilate e su Instagram (da Chiara Ferragni in giù), ma nessuno deve dimenticare che quando Yves Saint Laurent, nel 1966, mandò in passerella una camicia trasparente indossata senza lingerie lo fece per rivendicare tutta la libertà femminile che le ragazze, a quel tempo, chiedevano manifestando in piazza. Altro che eros. Quando Jane Birkin se ne andava in giro senza reggiseno era solo un modo per riaffermare il diritto di vestirsi un po’ come le pareva. Diletta lo sa?

Spigliata e sorridente, calcisticamente preparata, molto bionda e magnificamente programmata per piacere (anche alle donne) indossa abiti benda, pizzi che non lasciano intuire curve ma le disegnano perfettamente e le esaltano: sarà troppo? Del resto l’unica donna che ha sbattuto un pugno sul tavolo e ha osato chiedere uno stile più “equilibrato” è stata Daria Bignardi ai tempi in cui dirigeva Raitre, probabilmente dopo che ha visto una giornalista comparire stretta in un tubino di lattice al Tg dell’ora di cena. Era il 2016 e impose niente braccia nude o accessori vistosi, mai scollature eccessive, meno tacchi alti e meno trucco, soprattutto niente abiti da sera in pieno giorno. Era insomma un invito a darsi una regolata, almeno nel look. Ok, ma qual è il limite? Esiste un dress code per chi di mestiere fa la bordocampista?

Diletta attira sguardi come uno specchio anche in jeans e maglietta e, forse, se si presentasse in pantaloncini, t-shirt e scarpe di ginnastica qualcuno smetterebbe di cincischiare sui suoi look troppo sexy. E incomincerebbe a riflettere ponendosi una, nessuna o centomila domande. Tipo: perché la Rai, in tempi di fuggi fuggi disordinati e precipitosi, non ha ancora pensato ad assicurarsela?

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